Elvio Pasca
Maroni: "Censimento per garantire diritti". Bindi: "Cambiano i connotati della nostra democrazia"
Roma – 26 giugno 2008 – A tutti i rom che vivono nei campi, minori compresi, verranno prese le impronte digitali. "Nessuna schedatura su base etnica", secondo il ministro del’Interno Roberto Maroni, ma "una ulteriore garanzia per la tutela dei loro diritti".
Maroni ha illustrato ieri il piano del Viminale per il censimento dei rom nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera.
"Prenderemo le impronte anche dei minori proprio per evitare fenomeni come l’accattonaggio. Non sarà certo una schedatura etnica – ha ripetuto il ministro – ma un censimento vero e proprio per garantire a chi ha il diritto di rimanere, di poter vivere in condizioni decenti. E mandare invece a casa chi non ha il diritto di stare in Italia". L’operazione sarà condotta dalle forze dell’ordine, accompagnate dal personale della Croce Rossa italiana.
"Il Ministro Maroni che vuole prendere le impronte digitali ai bambini rom come se fossero incalliti criminali. Questo governo vuole cambiare i connotati della nostra democrazia e mette in discussione sia i fondamenti della legalità sia quelli della solidarietà" attacca Rosy Bindi, deputata del Pd e vicepresidente della Camera. "Malgrado lo neghi, – sottolinea Bindi – si tratterebbe davvero di una schedatura etnica, francamente inaccettabile".
"Nel 60 esimo anniversario di quel’obbrobrio che furono le leggi razziali, il ministro dell’Interno Roberto Maroni oggi è arrivato a proporre la schedatura dei cittadini rom, italiani e non. Si tratta, molto semplicemente, della stessa filosofia, cultura e politica scelta dal fascismo e da Benito Mussolini" commenta Paolo Ferrero (Prc). L’ex ministro per la solidarietà sociale, paral di "una proposta barbara, inaccettabile, indegna di un Paese civile. Mi metterò in fila anch’io, per farmi schedare e spero che così faranno tanti altri cittadini italiani".
