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Più famiglie con almeno un componente straniero

La Caritas italiana fotografa i nuclei familiari degli immigrati. In aumento le coppie miste

Roma – 23 gennaio 2008 – Con l’aumento del numero di immigrati in Italia, è naturale anche la crescita delle famiglie composte da soli stranieri. Ma cresce anche il numero dei matrimoni misti che rappresentano il 12,5% di tutte le celebrazioni nel 2005 (oltre 200 mila) contro il 3,2% nel 1992. Lo ha evidenziato la Caritas Italiana che, elaborando dati di varie fonti ha voluto fotografare le famiglie dei migranti.

Gli uomini italiani preferiscono sposare filippine e rumene. Le donne del Belpaese invece scelgono più spesso di andare all’altare con senegalesi e tunisini. Caratteristica delle coppie miste é, spesso, la differenza di età. La sposa straniera di un italiano è più giovane di almeno una decina d’anni in almeno metà dei casi, ma è un dato altrettanto significativo quello che vede più istruiti gli immigrati (donne e uomini) uniti a un italiano.

E’ in crescita anche la presenza di donne. Nel 2006 sono il 49,9% degli stranieri contro il 42% di quindici anni prima. La maggior parte vive al Sud (in Campania il 61,7% e in Calabria il 56,8%). E’più bassa invece la presenza nel Nord, 48,4%. L’Ucraina è il paese di maggiore provenienza, 83,6%. Ma è ampia la presenza anche di donne filippine (62,1%), capoverdiane (76,9%), etiopi (64,5%). Fra le immigrate é più alto, rispetto che tra le italiane, il tasso di occupazione, 58,4% contro il 51%.

Proprio questa forte presenza femminile tra gli immigrati è probabilmente la causa del fatto che in percentuale i minori stranieri sono più degli italiani. Gli under 18 di cittadinanza estera rappresentano il 22,6% dei migranti residenti registrati alle anagrafi, circa 6 punti percentuali in più rispetto al dato dei soli italiani. Il 44,9% ha meno di 6 anni, mentre tra gli autoctoni tale percentuale è quasi dimezzata.

I nati da entrambi i genitori stranieri (56.765 nel 2006) assicurano alti livelli di natalità (intorno al 21 per mille) e sono un rimedio contro l’invecchiamento di questa popolazione. Inoltre, esercitano un "effetto rilevante e crescente" anche sulla natalità del paese; infatti, i nuovi nati da stranieri costituiscono ormai circa il 10% del totale delle nuove nascite, valore che arriva al 17% in Lombardia, Veneto e Emilia Romagna mentre scende all’1-2% in quasi tutte le regioni del Sud.

A.I.

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