"Alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto sicurezza è grave che il Ministro sottovaluti le mille ricadute che questi provvedimenti avranno"
Roma – 7 agosto 2009 – "Stupiscono i toni cinici e supponenti dell’intervista al Corriere del ministro Maroni". Lo afferma in una nota la senatrice Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd. "Alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto sicurezza – continua la senatrice – è grave che il Ministro sottovaluti ancora le mille ricadute che questi provvedimenti avranno già dai primi giorni in cui entreranno in vigore. Tant’è vero che già prima si è dovuti ricorrere a delle modifiche, in particolare per quanto riguarda la regolarizzazione di colf e badanti, per ovviare ai gravi problemi che le norme avrebbero creato in migliaia di famiglie italiane".
"Così come – aggiunge Roberta Pinotti – si dovrà sicuramente pensare a un allargamento delle regolarizzazioni per quegli immigrati che benchè clandestini lavorano nel nostro Paese. È molto singolare infatti che, con l’introduzione del reato di clandestinità, il governo lasci nelle mani dei giudici di pace e delle questure, che da domani si troveranno in balia di norme fumose e poco chiare, il grave problema del lavoratore immigrato e clandestino da rimpatriare. Non sono definiti ne i tempi ne i modi e soprattutto dove queste persone dovranno soggiornare in attesa di essere rimpatriate".
Infatti il titolare del Viminale dice di non essere preoccupato per l’impatto del reato di clandestinità su questure e tribunali. "Mi posso vantare – dice nell’intervista citata da Pinotti – perché fin qui il pacchetto sicurezza ha contribuito a far diminuire i reati dell’8% nel 2008 a dimostrazione che ci avevamo visto giusto. E anche su Lampedusa posso vantarmi di aver fermato i flussi di immigrazione clandestina dalla Libia". Quanto ai lavoratori clandestini il Ministro ribadisce che "non possono essere regolarizzati. Già prima dell’8 agosto questa gente poteva essere denunciata così come può essere denunciato il datore di lavoro. Da domani cambia la procedura: possono essere denunciati ed espulsi più facilmente senza alcun appesantimento burocratico — senza andare in carcere, grazie al coinvolgimento diretto del giudice di pace".
"È imbarazzante – ribadisce la senatrice Pinotti – che Maroni continui a rivendicare come propri i risultati sulla diminuzione dei reati che in realtà sono il frutto dell’azione delle forze di polizia, delle politiche sulla sicurezza del precedente governo. Tutte di questo governo sono invece – conclude – la confusione e l’incertezza che da domani regneranno nella gestione di queste norme dimostrandone, se ce ne fosse ancora bisogno, il forte impianto ideologico che le caratterizza che è ben lontano dal bisogno di reale sicurezza dei cittadini italiani".