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Più anziani, più badanti: +25% in cinque anni

Otto su dieci sono straniere. Anap: “Solo l’1,2% del welfare per sostenere i nuclei familiari. Gli italiani pagano l’assistenza di tasca propria”

Roma – 12 luglio 2011 – Aumenta il bisogno di badanti e colf tra le famiglie italiane. Il loro numero, negli ultimi cinque anni, e’ cresciuto del 25%. Sommando ai 664.785 lavoratori domestici individuati dall’Istat nel 2008, una consistente quota di sommerso, il loro numero si attesterebbe a oltre 1.400.000 unita’.

Sono questi i numeri dell’Ufficio Studi di Confartigianato che individua la ragione dell’incremento del fenomeno “nello sbilanciamento della spesa pubblica a favore delle pensioni, piuttosto che al sostegno alle famiglie, e nel contestuale incremento della popolazione anziana”.

“L’Italia destina alla spesa pensionistica il 58,4% della spesa totale per il Welfare, pari a 3,7 punti di Pil. Mentre solo l’1,2% del nostro Pil e’ riservato al sostegno dei nuclei famigliari, voce di spesa, su cui Germania, Francia e Regno unito spendono piu’ del doppio: rispettivamente 2,8%, 2,5% e 2,4%. Stesso trend anche rispetto alla voce “disabilita’-invalidità”, per la quale la spesa e’ tanto esigua da posizionare l’Italia al penultimo posto in Europa”, dice il presidente dell’associazione nazionale anziani e pensionati (Anap) di Confartigianato, Giampaolo Palazzi, commentano di dati.

Uno squilibrio che per Confartigianato, comporta un primato della componente privata nella domanda di cura e assistenza. “Nel nostro Paese ci sono 2.356.000 famiglie con almeno un disabile in casa. Il 12,5% di esse, pari a 294.000 famiglie, e’ costretta ad avvalersi di un’assistenza che paga di tasca propria. Il bisogno di badanti crescera’ ancora proporzionalmente all’incremento del numero di anziani in Italia. La percentuale degli over 65, tra il 2001 e il 2011, e’ cresciuta infatti dal 18,4% al 20,3%, un’impennata pari a 1.800.000 di ultrasessantacinquenni in piu'”, spiega ancora Palazzi .

Cosi’, ricorrere a collaboratrici domestiche e badanti, diventa una pratica sempre piu’ diffusa, che coinvolge in larga parte lavoratori stranieri: la quasi totalita’ di essi, l’88,6%, e’ costituita da donne. Il 78,4% di essi e’ straniero e proviene per il 47,9%, dall’Est Europa: soprattutto dalla Romania (19,4%), dalla Polonia (7,7%) e dalla Moldavia (6,2%).

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