Roma – 18 marzo 2015 – Sono 800 mila i figli degli immigrati che siedono tra i banchi in Italia. Abbastanza da meritarsi l’attenzione della riforma della scuola tanto annunciata dal governo e messa finalmente nero su bianco in un disegno di legge uscito giovedì scorso dal consiglio dei ministri.
A guardare però quel ddl, o per lo meno il testo “non definitivo, ma quasi” che sta girando sui siti specializzati, ci vuole la lente di ingrandimento per trovare interventi dedicati agli alunni non italiani. Sono racchiusi in un paio di righe, nell’articolo dedicato ad "autonomia scolastica e offerta formativa".
Il disegno di legge prevede infatti che ogni scuola possa definire il fabbisogno di docenti in base all’offerta formativa per il raggiungimento di una lunga serie di obiettivi. Tra questi compaiono anche: “alfabetizzazione e perfezionamento della lingua italiana per gli alunni stranieri”.
Come insegnare l’italiano ai ragazzi stranieri appena arrivati in Italia, magari con un ricongiungimento familiare? “Le istituzioni scolastiche – spiega ancora il disegno di legge – possono attivare corsi opzionali di lingua e possono dotarsi, anche in rete tra loro, di laboratori linguistici”.
Tutto qua. Nel resto del disegno di legge non ci sono altri riferimenti alla sfida rappresentata dagli alunni non italiani. Non si parla, ad esempio, di tetti massimi, minimi o di altre misure per contrastare la formazione di classi ghetto. Né della formazione o del reclutamento di docenti di italiano come seconda lingua (il cosiddetto italiano L2).
Interventi di questo tipo erano stati annunciati sia dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che dal suo sottosegretario Davide Faraone. Si sono persi nel cammino de La Buona Scuola o verrannoin qualche modo recuperati durante l’iter parlamentare del disegno di legge?
Stranieriinitalia.it
Más cursos de italiano. La (mini) reforma de la escuela para alumnos extranjeros (Expresolatino.net)