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Polizia a caccia di nigeriani, l’ordine del Viminale 

Tutte le Questure invitate a “servizi finalizzati al rintraccio di nigeriani in posizione illegale”, mentre si liberano 95 posti nei Cie per i fermati.  Miraglia (Arci): “È un rastrellamento, è illegale e sa di persecuzione”

 

 

Roma – 1 febbraio 2017 –  Acchiappate i nigeriani. Prima loro. 

La caccia agli immigrati irregolari avviata a Capodanno funziona anche così, per nazionalità. Se oggi sei un nigeriano senza permesso di soggiorno hai più  probabilità di finire dietro le sbarre di un Centro di Identificazione ed Espulsione ed essere rimpatriato di quante non ne abbiano un ucraino, un marocchino o un pakistano che sono nella tua stessa condizione. 

È l’effetto di istruzioni ben precise inviate giovedì scorso con un telegramma alle Questure di tutta Italia dal direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Viminale Giovanni Pinto. Parla di “attività di contrasto dell’immigrazione clandestina” e spiega che dal 26 gennaio al 18 febbraio, nei CIE di Roma, Torino, Brindisi e Caltanissetta vanno riservati 95 posti per “sedicenti cittadini nigeriani rintracciati in posizione irregolare”.

Quei posti, scrive il prefetto, serviranno  per “procedere d’intesa con l’ambasciata della Repubblica Federale della Nigeria, alle audizioni ai fini identificativi”. In questi giorni, funzionari dell’ambasciata saranno quindi nei Centri per parlare con le persone fermate, capire chi sono e dare il via libera perché vengano messe su un volo charter  destinazione Lagos con un biglietto di sola andata. 

Precedenza assoluta. Se nei CIE non c’è spazio, bisogna crearlo.  I 95 posti devono infatti “rendersi disponibili anche mediante eventuali dimissioni anticipate”, praticabili “nell’immediato e senza eccezione alcuna”, di altri irregolari che sono già trattenuti in quei centri, “sino a esaurimento delle aliquote assegnate”. 

Liberati i posti, bisognerà però anche trovare chi dovrà occuparli. Ecco allora che il direttore Pinto invita la Questure “ad effettuare mirati servizi finalizzati al rintraccio di cittadini nigeriani in posizione illegale sul territorio nazionale”. Come? Il telegramma non lo dice, parla di “intese” che le Questure dovranno prendere con la direzione centrale. C’è però da immaginare che si intensificheranno i controlli nei luoghi di ritrovo della comunità o, più banalmente, che i poliziotti fermeranno più neri che bianchi sperando di trovare l’africano giusto. 

“È allucinante”  commenta Filippo Miraglia, vicepresidente dell’Arci, quel telegramma dà il via a “una azione di espulsione collettiva, vietata dalla legge, fatta sulla base della nazionalità, quindi discriminatoria, a prescindere dalle condizioni delle singole persone.  Rintracciare sul territorio 95 persone provenienti dalla Nigeria che sono in posizione irregolare, quindi uomini e donne dalle pelle nera che non girano con un cartello con scritto “nigeriano irregolare in attesa di espulsione”, vuol dire procedere a veri e propri rastrellamenti”.

“Ammesso che sia corretta, ma non lo è per niente, una azione contro persone provenienti da un Paese – aggiunge Miraglia – la posizione irregolare va valutata caso per caso e non può essere oggetto di un provvedimento collettivo ad hoc che ha il senso di una persecuzione. Da ultimo andrebbe ricordato a Pinto e al Ministro Minniti che in Nigeria c’è Boko Haram e che la tratta di donne provenienti da quel Paese non è una invenzione del buonismo e che la legge tutela i richiedenti asilo”.

Elvio Pasca

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