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Ponte Galeria. Rientra la protesta dei migranti

Chaouki (PD): “Stop a sciopero della fame, dormiranno nelle loro stanze. Ora chiudere i Cie”. I reclusi hanno scritto a Bergoglio, Sel invoca un intervento di Napolitano

Roma – 27 dicembre 2013 – “I reclusi del Cie interrompono lo sciopero della fame e tornano a dormire nelle loro stanze dopo due ore di colloquio”.

Lo ha scritto su Facebook i deputato del Pd Khalid Chaouki, che oggi ha visitato il centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, alle porte di Roma.

I migranti, spiega Chaouki, “mi hanno avanzato richieste per migliorare le condizioni di permanenza qui dentro. Abbiamo già ottenuto dei piccoli ma importanti risultati già da stasera. Chiederemo al Ministero dell'Interno e alla Prefettura di Roma un interessamento specifico per alcuni casi delicati”. “L'impegno però – aggiunge il deputato – è di chiudere per sempre questi luoghi”.

A Ponte Galeria sabato scorso era iniziata una protesta durissima contro le condizioni di vita all’interno del Cie. Diciassette detenuti si erano cuciti la bocca, a decine avevano iniziato uno sciopero della fame, e quindici si erano rifiutati di dormire nelle loro stanze e avevano trascorso la notte all’aperto.

Negli ultimi giorni, quando i migranti sono riusciti a far arrivare sui media le loro motivazioni, la protesta è man mano rientrata. Chi si era cucito la bocca si è fatto rimuovere i punti di sutura e, a giudicare dal post di Chaouki, è ormai finito anche lo sciopero della fame e quello dei “letti”.

I reclusi hanno anche scritto una lettera a Papa Francesco, invitandolo a visitare la struttura. I deputati di Sinistra Ecologia e Libertà Ileana Piazzoni, Filiberto Zaratti e Nazzareno Pilozzi, che hanno visitato Ponte Galeria a Natale, hanno chiesto invece al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un “intervento forte”, "come fatto per la situazione in cui versano le carceri italiane”.

Oggi davanti alla sede nazionale del Pd a Roma, hanno manifestato contro i CIe il movimento per il diritto all'Abitare e le Reti Antirazziste, che hanno chiesto un incontro con il neosegretario Matteo Renzi.

"Vogliamo sapere – ha spiegato il portavoce movimento per il diritto all'Abitare Paolo Di Vetta – se siamo a un cambio di passo in questo paese sull'accoglienza e l'uso dei soldi pubblici. L'iniziativa di Chaouki a Lampedusa rischia di diventare strumentale se non ci sono passaggi consequenziali. Serve l'abolizione della Bossi-Fini e lo ius soli per i figli degli immigrati"
 

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