in

Precari dell’immigrazione. Arrivano un concorso riservato e altre proroghe

La promessa di stabilizzazione per i 650 lavoratori di Questure e Sportelli Unici è legge, ma verranno assunti a scaglioni e solo dopo aver superato una nuova prova. “Dopo dieci anni di lavoro vogliono ancora testarci?”

Roma – 15 novembre 2013 – C’è una svolta per i precari dell’immigrazione.

Dopo dieci anni di proroghe, la promessa di stabilizzazione per i seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato di Questure e Sportelli Unici è finalmente scritta nero su bianco. Ma perché si trasformi in realtà bisognerà attendere altri anni e passare per una selezione che i diretti interessati reputano quasi come una presa in giro.

La novità è nel comma 9 ter dell’articolo 4 del decreto 101/2013 sulle “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni” convertito in legge dal Parlamento e arrivato il 30 ottobre in Gazzetta Ufficiale.

“Per assicurare il mantenimento dei necessari standard di funzionalità dell'Amministrazione dell'interno, anche in relazione ai peculiari compiti in materia di immigrazione” il Viminale viene autorizzato a bandire dei concorsi riservati a quei seicentocinquanta lavoratori per assumerli a tempo indeterminato. E finchè non termineranno le assunzioni, potrà prorogare di anno in anno i loro contratti a termine.

Si tratta di un intervento mirato nel mare magnum del precariato nella P.A. per rispondere a quella che da anni non è più un’emergenza, ma ordinaria amministrazione. Senza i 650 si bloccherebbe la burocrazia dell’immigrazione in Italia, dai ricongiungimenti familiari ai flussi, dalla regolarizzazione ai rinnovi dei permessi di soggiorno, fino alle imminenti verifiche degli accordi di integrazione. È il motivo per cui il ministero dell’Interno ha premuto per tenerseli stretti.

Soddisfatti i sindacati del personale civile dell’Interno. “Si tratta di un risultato rilevante alla luce delle disposizioni previste nel testo della legge che permette l'avvio di un percorso finalizzato alla piena assunzione di tutti i lavoratori interessati” commentano in una nota congiunta FP Cgil, Cisl FP e Uil PA. “Successivamente – spiegano – verranno definite le modalità di procedura concorsuale”.

Proprio il concorso  lascia però l’amaro in bocca ai seicentocinquanta, che un concorso l’hanno già sostenuto nel 2003, quando conquistarono il loro primo contratto a tempo determinato.

Quella volta risposero a un questionario, stavolta si profilano una prova scritta e una orale. Inoltre, per i limiti imposti dal turn over nelle pubblica amministrazione, non verrebbero assunti tutti insieme, ma a scaglioni, con gli ultimi contratti che, secondo le prime previsioni, verrebbero firmati addirittura nel 2018. Un’attesa di quindici anni per essere stabilizzati in un posto di lavoro da mille euro al mese.

“Quindici anni ormai non li danno nemmeno a chi ha ucciso qualcuno” scherza amaramente Alessia Pantone, copresidente del Comitato in cui si sono organizzati i precari dell’immigrazione. Ritiene che lei e i suoi colleghi andrebbero stabilizzati tutti insieme e chiede: “Facciamo questo lavoro ogni giorno da dieci anni, c’era davvero bisogno di un concorso per testare la nostra professionalità?”

Il concorso, sul quale per ora circolano solo notizie ufficiose, dovrebbe svolgersi nel 2014, ma il bando è atteso entro la fine dell’anno. Insieme, naturalmente, a una nuova proroga dei contratti dei precari dell’immigrazione.

Elvio Pasca
 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Diritto di voto. “A Brescia immigrati alle urne per i consigli di quartiere”

Paolo Bonolis fa “il filippino”, comunità infuriata: “Si scusi, è razzismo”