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Presidente Toscana: “Sì al diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia”

"Fenomeno globale che non si risolve con respingimenti" Livorno, 12 luglio 2010 – ”Chi nasce in Italia deve essere italiano. Chi non lo permette e’ razzista. Mi impegno quindi affinche’ tutte le bambine e i bambini nati in Italia da genitori non italiani possano godere da subito di pieni diritti politici e di cittadinanza. La Giunta regionale promuovera’ una proposta di legge e, insieme ad almeno altre quattro Regioni, si impegnera’ affinche’ anche il Parlamento, come previsto dalla normativa nazionale, discuta e approvi questa legge di civiltà”.

Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ha presentato questa proposta a Livorno, intervenendo all’assemblea dei migranti all’interno del Meeting Antirazzista.

”In Toscana su 33 mila nuovi nati all’anno, ben 8 mila sono figli di stranieri” – ha continuato Rossi. ”Questa legge e’ il minimo che possiamo fare per risolvere i tanti problemi legati al diritto di cittadinanza. Non scordia moci che ogni anno gli immigrati in Toscana pagano ben 915 milioni di euro di tasse mentre ne ricevono per servizi solo 315”.

L’assemblea ha accolto con un applauso il presidente Rossi: il senegalese Diop Mbaye, presidente del Coordinamento Stranieri di Livorno, lo ha ringraziato per la sua presenza ma anche perche’ impegnato a garantire il bene di tutti i toscani ”migranti compresi”. Le richieste sul tavolo vertono su una rapida approvazione del regolamento della legge regionale sull’immigrazione, sul rifiuto dei Cie e sulla evoluzione del diritto di cittadinanza per quanti hanno scelto il nostro Paese per vivere e lavorare.

Per Rossi la questione immigrazione ”e’ un fenomeno globale e ineluttabile, non si risolve con i respingimenti ne’ costruendo muri e frontiere inaccettabili. Sono contrario alla legge Bossi-Fini e sono contro i Cie disumani descritti dai rapporti di Medici senza frontiere – ha detto il presidente regionale – ma siamo e rimaniamo una istituzione che deve agire nella legalita’ e quindi, se il Governo ci chiedera’ di aprire un Cie in Toscana, affronteremo la questione ponendo il rispetto dei diritti umani al centro di ogni azione”.

Rossi ha concluso soffermandosi su alcune delle altre proposte che la Regione Toscana sta portando avanti: ”Vorremmo permettere agli immigrati regolari residenti in Toscana, di votare alle elezioni amministrative; purtroppo l’iter legislativo, gia’ a buon punto la scorsa legislatura, dovra’ ripartire da capo. Allo stesso modo continueremo a sostenere un ruolo sempre piu’ attivo dei Consigli e delle consulte, comunali e provinciali, degli stranieri”.

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