Roma – 12 giugno 2012 – Prima i bambini italiani. È la regola che a Borgomanero, in provincia di Novara, rischia di chiudere le porte delle scuole d’infanzia del centro storico a una quarantina di figli di immigrati.
A mandare questi bambini in fondo alle graduatorie di ammissione è una delibera presa all’unanimità lo scorso febbraio dal consiglio di circolo, l’organo che riunisce rappresentanti dei docenti e dei genitori degli alunni. Dice che i criteri di precedenza per le iscrizioni sono: “1. Cittadinanza italiana 2. Residenza nel comune di Borgomanero 3. Presenza di fratelli già iscritti ecc.”
Bimbi e bimbe magari nati e cresciuti nel comune piemontese, ma con mamma e papà immigrati, mancano necessariamente del primo requisito, quindi devono mettersi in coda. Una prassi, ha spiegato il dirigente scolastico Tersa Valsesia ai genitori degli esclusi, che “è stata sempre utilizzata anche negli anni scorsi, nel momento in cui il numero degli iscritti era superiore alla possibilità di accoglienza”.
Quella regola sembra però la più classica delle discriminazioni, quindi sarebbe contraria alla legge, oltre che particolarmente odiosa. La pensa così anche l’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione, che ha scritto un dettagliato parere e lo ha inviato alla direzione didattica statale di Borgomanero, all’ufficio scolastico regionale del Piemonte, ai Ministri dell’Istruzione e dell’Integrazione e all’UNAR.
“Il criterio di preferenza fondato sulla cittadinanza italiana nell’ammissione delle richieste di iscrizione alle scuole per l’infanzia – segnalano gli esperti dell’Asgi – viene a determinare una illegittima discriminazione diretta. Le persone con cittadinanza straniera vengono ad essere trattate meno favorevolmente delle persone con cittadinanza italiana solo ed esclusivamente a causa della loro nazionalità ovvero della loro condizione di stranieri, e tale disparità di trattamento viene ad essere attuata in un ambito attinente al diritto all’educazione quale diritto umano fondamentale”.
L’associazione ha quindi chiesto alla direzione scolastica di revocare la delibera, minacciando, in caso contrario, un’azione civile antidiscriminazione insieme ai genitori degli esclusi. Intanto ha inviato anche una comunicazione alla Commissione europea per sottolineare il contrasto tra la strana regola“prima gli italiani” e le norme comunitarie.
Elvio Pasca