Roma – 6 dicembre 2013 – Civati, Cuperlo o Renzi?
Domenica anche gli immigrati che si riconoscono nel Partito Democratico potranno partecipare alla scelta del suo nuovo segretario e dei delegati all’Assemblea Nazionale. Una possibilità coerente con quel punto del programma politico del Pd, finora rimasto sulla carta, che vuole dare agli stranieri in Italia il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni locali.
Su Italianipiu.it, il portale delle seconde generazioni, c’è un interessante confronto tra ciò che Civati, Cuperlo o Renzi hanno scritto su immigrazione e cittadinanza nelle mozioni presentate per la loro candidatura. Idee che comunque, nella sostanza, si assomigliano. Qui di seguito vediamo invece alcune informazioni utili per chi dopodomani vorrà andare alle urne.
L’8 dicembre, dalle 8.00 alle 20.00, potranno votare i cittadini comunitari e i cittadini extraUe che si trovano regolarmente in Italia. Ai primi basterà la carta d’identità, gli extraue dovranno invece esibire un permesso di soggiorno valido o la ricevuta della domanda di rinnovo. Da non dimenticare (non si sa mai) anche i due euro da versare obbligatoriamente come contributo per l’organizzazione delle consultazioni.
Rispetto alle ultime primarie, si prospetta per gli elettori immigrati qualche disagio in più. Non potranno infatti presentarsi al seggio allestito dal Pd vicino alla loro casa, ma dovranno necessariamente andare a un seggio speciale, dedicato proprio agli stranieri e in alcuni casi accorpato a quello per i “fuori sede”.
C’è almeno un “seggio per immigrati” per ogni città. Sul sito internet delle Primarie, attraverso questa pagina, è possibile interrogare un motore di ricerca e trovare l’indirizzo preciso del seggio. Ad oggi non è completamente aggiornato (su Roma, ad esempio, non dà risposte), ma dal settore organizzazione del Pd assicurano che entro sabato 7 dicembre tutti potranno sapere dove andare a votare.
Gli immigrati non possono pre-registrarsi online, possibilità prevista per gli altri elettori. Il sistema informatico richiede infatti il numero di tessera elettorale, che i cittadini stranieri non hanno. Dovranno quindi registrarsi al seggio, perdendo un po’ di tempo in più. Nei prossimi giorni si saprà in quanti non si sono fatti scoraggiare.
EP