Roma – 7 novembre 2011 – L’atteggiamento dell’Europa verso la Primavera araba è ambiguo. Da un parte si plaude alla conquista di democrazia dei Pesi che si affacciano sulla sponda sud del mediterraneo, dall’altro si grida all’invasione e ci si è rimpalla il problema dei profughi.
Lo ha sottolineato Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, intervenendo sabato a Roma alla manifestazione del Partito Democratico.
“In Libia –ha sottolineato Boldrini – 1 milione e 300mila persone sono fuggite verso i Paesi confinanti, mentre hanno attraversato il Mediterraneo 28mila persone, meno del 2% di quelli in fuga. Ciò testimonia che in Italia non si è abbattuto nessuno “tsunami umano” ma solo una fuga fisiologia in tempi di guerra”.
In Europa, però, “mentre c’è stato entusiasmo verso un movimento che si ribellava alla mancanza di libertà e di prospettive future, di contro c’è stato molto timore rispetto ai flussi migratori, in particolare riguardo a quello dei tunisini. Abbiamo assistito – ha ricordato la portavoce dell’Unhcr – a tensioni tra Stati, ping-pong di responsabilità e qualcuno ha addirittura suggerito di rivedere il Trattato di Schengen”.
“Quello che è emerso – ha concluso Boldrini – è il bisogno di una maggiore condivisione europea delle tematiche migratorie, nel rispetto delle Convenzioni e delle normative internazionali concepite 60 anni fa nel cuore dell’Europa stessa”.