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Primavera, è tempo di martenitsa!

Finita la brutta stagione, amuleti bianchi e rossi celebrano marzo nei Paesi dell’Est Roma –  20 marzo 2009 – “Martenitsa”, “martisor”, “mertišor”, viaggiando tra i Paesi dell’Est Europa nomi e forme cambiano. Ma gli amuleti bianchi e rossi indossati da uomini e donne o appesi agli alberi hanno la stessa funzione: portare fortuna e salutare, col mese di marzo, l’arrivo della primavera.

Spillette, pupazzi, fili intrecciati, semplici pezzi di stoffa, collanine, vengono scambiati tra amici, familiari, innamorati e amici,  come doni beneauguranti, anche nelle comunità di immigrati che vivono in Italia. E le interpretazioni sulla scelta del bianco e del rosso si sprecano: purezza e passione? Uomo e donna? Vita e morte? Bene e male? Gioia e tristezza?

Di certo hanno a che fare col ciclo della vita. Lo stesso che si ripete con l’arrivo di marzo, quando si scioglie la neve e la terra torna a fiorire.

Suggestiva la tradizione che lega i martenitsa alle campagne militari dell’antichità, quando si combatteva solo con la bella stagione. A marzo, uscendo di casa, i soldati salutavano le mogli, e ricevevano da queste gli amuleti: il rosso era il sangue che non doveva essere versato, il bianco il pallore delle donne preoccupate per i loro mariti.

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