301 DA GENNAIO – BASTA, TUTTI DEVONO RIMBOCCARSI LE MANICHE
ROMA
(di Alberto Spampinato) (ANSA) – ROMA, 2 Mag – "Spero di festeggiare il prossimo Primo Maggio in un Italia che abbia meglio messo in sicurezza il lavoro, che abbia ripreso a crescere per diventare un Paese economicamente e socialmente più equilibrato e più giusto", ha detto Giorgio Napolitano ricordando che da gennaio si contano già 301 morti sul lavoro e 270 mila infortuni. "Numeri pesanti" che commenta con un: "Basta! Non può continuare così, non ci si può rassegnare come ad una inevitabile fatalità. Dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti". Non poteva essere più forte e vibrante il richiamo del presidente della Repubblica nel giorno dedicato alla Festa del Lavoro. Richiamo espresso innanzi tutto con un gesto simbolico: la celebrazione solenne trasferita per una volta dal Quirinale alla sede centrale dell’Inail, l’istituto preposto alla sicurezza del lavoro. Davanti all’ingresso, Napolitano ha inaugurato un monumento in bronzo che riproduce quello eretto nel 1882 a ricordo delle troppe vittime nei cantieri del traforo ferroviario del Gottardo. Lo ha dedicato a tutte le vittime sul lavoro, ricordando che più spesso le vittime sono precari, anziani, immigrati, lavoratori dei cantieri del Sud. Accanto alla scultura la frase di Napolitano pronunciata dopo la tragedia delle acciaierie Thyssen di Torino: "Non ci sono più parole per esprimere sdegno e commozione. E’ ora di decidere e agire". Ho voluto che questo monumento fosse collocato all’ingresso dell’Inail, ha spiegato Napolitano, "perché non vuole solo onorare i morti, vuole sopratutto far riflettere i vivi esaltando il ruolo degli enti preposti all’opera di prevenzione degli infortuni sul lavoro". Insomma, dall’Inail Napolitano si aspetta di più. Ma non solo dall’Inail: da tutte le istituzioni. Da due anni, da quando è al Quirinale, non si stanca di battere su questo tasto, di definire inaccettabile la catena di morti bianche. Le sue sollecitazioni hanno risvegliato l’attenzione. E’ stata varata una nuova legge. Un mese fa si è cominciato ad attuarla. Aumenteranno i controlli. Si è messo l’accento sulla formazione e sulla cultura della sicurezza. Ma i lavoratori continuano a morire al ritmo di due-tre al giorno. Napolitano non nasconde la sua angoscia di fronte ad "assurde e atroci tragedie" come quella di dicembre alla Thyssen di Torino, cui altre ne seguono "in angosciosa sequenza" a Marghera, a Molfetta. Su questioni come queste, che richiedono "condivisione", Napolitano sollecita governo e Parlamento ad agire "tenendo fermo l’obbiettivo irrinunciabile dell’abbattimento degli incidenti sul lavoro". Chiede una continuità di iniziativa che superi i cambiamenti di maggioranze e di governo. Il capo dello Stato ha perciò rilanciato l’appello del presidente della Camera Gianfranco Fini rivolto a tutti i deputati senza distinzione affinché avvertano l’imperativo morale del massimo impegno per garantire la sicurezza sul lavoro. (ANSA).
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PRIMO MAGGIO: NAPOLITANO, TROPPI MORTI SUL LAVORO/ANSA
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