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Processi brevi: esclusi quelli per immigrazione

Il ddl presentato oggi  lascia fuori le violazioni del Testo Unico. Dal traffico di essere umani all’impiego in nero di clandestini
Roma – 12 novembre 2009 – I reati legati all’immigrazione rimangono fuori dal ddl taglia-processi.

Il testo presentato oggi dalla maggioranza prevede che ogni grado di giudizio possa durare al massimo due anni, scaduti i quali il processo si estingue. Questa formula non vale per reati che prevedono pene massime da dieci anni in su o per diversi reati che, pur prevedendo pene minori, sono secondo chi ha scritto il ddl particolarmente gravi e fonte di allarme sociale.

Tra le eccezioni, ci sono ad esempio l’associazione per delinquere, il furto aggravato, l’incendio, la pornografia minorile, il sequestro di persona, la circonvenzione di incapace. E, a quanto pare per pressioni leghiste, anche i “reati previsti nel testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell`immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.

Nel calderone dell’immigrazione ci sono  in realtà reati spesso molto eterogenei.

Il Testo Unico punisce ad esempio i trafficanti di uomini, ma anche chi entra o si trattiene irregolarmente in Italia, chi falsifica documenti o chi non obbedisce a un foglio di via. E non colpisce solo gli immigrati: centinaia di migliaia di italiani lo violano quotidianamente fittando casa ai clandestini o, soprattutto, dando lavoro a colf, badanti, muratori e operai senza permesso.

Elvio Pasca

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