Una ricerca promossa dal Cnel svela le carenze delle scuole italiane nel formare i figli degli immigrati. La loro integrazione dipende dalla buona volonta degli insegnanti
Roma – 12 febbraio 2008 – L’integrazione degli alunni stranieri dipende principalmente dall’impegno dei singoli professori. Emerge soprattutto questo dalla ricerca promossa dal Cnel e realizzata dal Censis sulla scolarizzazione dei minori immigrati in Italia. Lo studio, basato su interviste a docenti e mamme e sugli studi di settore, parla di “professori-volontari” e di carenze su diversi fronti.
Le scuole italiane appaiono ben attrezzate a gestire la fase del primo inserimento grazie soprattutto all’impegno di tanti docenti, che denunciano invece i deficit ai quali personalmente non sono in grado di far fronte: la carenza di supporto da parte di mediatori (83,5%), l’assenza di una rete di sostegno dalle istituzioni locali e nazionali (80%), la difficoltà di comunicazione (78,4%) e la conciliazione dell’età anagrafica degli studenti con le conoscenze da loro effettivamente possedute (77,9%).
Ma fanno anche autocritica. Il 75,9% degli insegnanti intervistati sottolinea la scarsa preparazione della categoria nell’affrontare il rapporto con culture diverse e il 56,6% rimarca le difficoltà che si incontrano a innovare il curriculum scolastico in funzione di una maggiore interculturalità.
A parere dei genitori stranieri invece lo scoglio più grande resta la lingua. La scarsa conoscenza dell’italiano, il ritardo nei programmi e l’impossibilità, per i figli, di essere adeguatamente seguiti a casa sono i principali problemi da loro segnalati. "Proprio per questo è importante promuovere corsi di italiano per adulti" ha sottolineato Paolo Ferrero durante la presentazione dello studio questa mattina. Secondo il ministro della Solidarietà sociale deve essere l’amministrazione della singola scuola, con le proprie risorse, a preoccuparsi di far imparare la lingua italiana agli studenti e ad arruolare mediatori culturali.
Dalla ricerca del Censis emerge inoltre il gap di rendimento tra alunni italiani e stranieri quando gli ultimi si inseriscono nella scuola italiana ad anno scolastico iniziato. E’ inoltre confermata la tendenza prevalente degli immigrati di scegliere, una volta terminate le scuole dell’obbligo, i percorsi tecnico-professionali oppure i corsi regionali di formazione professionale.
Tali dati assumono maggiore valore alla luce del fatto che il numero degli studenti stranieri è in continuo aumento. Oggi sono oltre cinquecentomila, quasi il 6% della popolazione scolastica, con un ritmo di crescita di settantamila all’anno, provenienti da 191 nazionalità diverse.
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