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Profughi. Alfano: “Basta squilibri nell’accoglienza, in Europa come in Italia”

Il doppio fronte del governo: Paesi Ue contrari alla relocation e Regioni del Nord che non vogliono più invii. Il ministro alla Camera

  
Roma – 10 giugno 2015 – Per l’equa distribuzione dei profughi salvati nel mediterraneo e sbarcati sulle nostre coste c’è una battaglia da combattere  in Europa, e una da combattere in Italia. In entrambi i casi per vincere gli egoismi di chi dice no all’accoglienza e vorrebbe scaricarne il peso solo sui Paesi europei o sulle Regioni italiane maggiormente investiti dai flussi.
 
Ne ha parlato oggi alla Camera il ministro dell’Interno Angelino Alfano, rispondendo a tre diverse interrogazioni su questi temi. 
 
“Noi stiamo facendo un'importantissima battaglia, a livello europeo, per ottenere la relocation e poter consentire a tutti i Paesi d'Europa di accogliere i migranti che arrivano in Italia secondo un principio di equa distribuzione” ha ricordato il ministro. L’agenda presentata dalla Commissione Europea (tra l’altro a rischio ndr) è solo “un primo passo non soddisfacente”. L’Italia vuole battersi “perché non ci sia un numero fisso, che in tutti i casi nella prima fase sia più alto di 24 mila in un biennio e che ci sia la possibilità di instaurare un meccanismo fisso di redistribuzione”.
 
L’Europa, ha ammonito Alfano, è di fronte “a un bivio decisivo della propria storia”, “tra l’essere  solidale e responsabile o non essere, perché, se di fronte a questo dramma epocale, l'Europa non dovesse reggere la sfida e volesse, invece, perdere tempo o, addirittura, dare risposte negative, probabilmente il giudizio dei popoli europei sarebbe che l'Europa proprio non c’è”. 
 
Intanto, però, in Italia sia apre “un problema analogo”. “Abbiamo regioni che, per la loro geografia – e mi riferisco, in primo luogo, alla Sicilia –, non possono spostarsi da lì e, dunque, nei porti di Augusta, Porto Empedocle, Pozzallo e in tanti altri porti della Sicilia sbarcano, avendo ciò un peso sulla popolazione locale, tanti migranti. Oltre a questo peso si pretende che alcune regioni del sud – Puglia, Calabria e Sicilia, in primo luogo – abbiano su di loro il peso totale dell'immigrazione, un grandissimo peso dell'immigrazione nel nostro Paese, incoerentemente rispetto alla battaglia che stiamo facendo in Europa”. 
 
“Questo – ha proseguito  Alfano – ci sembra ingiusto e ci sembra anche contraddire la linea di indirizzo che, fin dal marzo 2011, con un accordo tra il Ministro Maroni e i presidenti delle regioni, si raggiunse e che portò ad un'equa distribuzione. Noi non possiamo accettare che una questione mondiale diventi una questione meridionale”.
 
“Noi abbiamo 76 mila migranti – ha ricordato il ministro dell’Interno – distribuiti nel sistema di accoglienza con queste percentuali: 20 per cento in Sicilia, 11 per cento nel Lazio, 9 per cento in Lombardia, 7 per cento in Puglia e in Campania, 6 per cento in Calabria, Emilia-Romagna e Piemonte, 5 per cento in Toscana, 4 per cento in Veneto, 3 per cento nelle Marche, in Sardegna e in Friuli-Venezia Giulia, 2 per cento in Liguria, Molise, Umbria e Abruzzo, 1 per cento in Basilicata e Trentino-Alto Adige, mentre in Valle d'Aosta sono ospitati 62 migranti. Questo è uno squilibrio che, al pari di quello che chiediamo di colmare in Europa, speriamo venga colmato in Italia”.
 
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