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Profughi. Alfano: “Sui ricollocamenti l’Ue ci ha tirato un bidone”

La redistribuzione tra i Paesi europei di una quota dei profughi arrivati in Italia esiste solo sulla carta. “Se tutti i Comuni accogliessero protremmo risolvere il problema”

 

Roma – 8 novembre 2016 – Gli accordi sul ricollocamento dei profughi non possono essere “carta straccia”, l’Ue deve applicarli “se non vuole fallire”, anche perchè altrimenti “sarebbe un precedente enorme di inattendibilita’”.

 

Intervenendo ieri a Montecitorio all’incontro con i sindaci italiani, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è tornato a parlare della redistribuzione tra tutti i Paesi dell’Unione Europea di una quota dei richiedenti asilo arrivati in Italia. “Un fronte sul quale, l’Europa si gioca il proprio destino: quello sulla prima sfida dei diritti”.

L’Italia sta mantenendo i suoi impegni (hot spot, identificazioni, accelerazione delle proccedure per riconoscere l’asilo, sorveglianza ai confini ecc.), ma intanto “il ricollocamento di circa 47 mila migranti è stato adempiuto al 2-3%. Ci hanno fatto un ‘bidone’ del 97-98%”. “La gravita’ dell’inadempimento di impegni assunti in forma scritta e non mantenuti è immane”. 

C’è poi il fronte interno. Ad oggi, ha ricordato Alfano, “sono 160 mila i migranti attualmente nel sistema di accoglienza. L’Italia ha 60 milioni di abitanti e 8 mila Comuni, se ogni Comune di mille abitanti avesse la capacità o la voglia di accogliere 2 o 3 migranti e ogni Comune di 10 mila ne accogliesse 20 o 30 potremmo risolvere il problema senza eccesso di fatica per nessuno”.

Finora, però, su 8 mila Comuni solo 2.400 collaborano sul fronte dell’accoglienza. Un riequilibrio nella distribuzione delle quote allegerirebbe la pressione su i comuni che accolgono: “Faremo una rivoluzione”, promette il ministro dell’Interno. 

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