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Profughi. Boom di domande d’asilo in Italia, 25 mila in soli sei mesi

A giugno era stato già superato il numero di richieste presentate in tutto il 2013.  Pesano le tante crisi umanitarie e i focolai di guerra sparsi tra Sud-Europa e Medioriente. Rapporto Anci

Roma – 18 novembre 2014 – Nel primo semestre del 2014 (gennaio-luglio) sono state presentate in Italia oltre 25 mila domande di asilo, pari al numero complessivo di domande presentate nel 2013. Un'impennata coerente con quella degli sbarchi: 65mila persone  tra gennaio a luglio 2014, contro le meno di 8mila arrivate nello stesso periodo dello scorso anno.

Sono alcuni dei dati illustrati ieri a Roma, nel corso della presentazione del primo Rapporto sulla protezione internazionale 2014, realizzato congiuntamente da Anci, Cittalia, Caritas italiana, Fondazione Migrantes e Servizio Centrale Sprar, in collaborazione con l’Acnur.

Numeri che fotografano come nei primi mesi del 2014 si sono registrati i valori più elevati di migrazione forzata dai primi anni novanta, a causa, in primo luogo, delle tante crisi umanitarie e focolai di guerra sparsi tra Sud-Europa e Medioriente.

Nel dettaglio dell’anno 2013, anno con numeri già certi, il Rapporto dice che nel 2013 sono state 26.620 le persone richiedenti asilo; circa il 6,1% del totale delle richieste a livello europeo, per un incremento rispetto al 2012 di circa 10mila richieste. Nel 2013, il primo Paese di origine dei richiedenti asilo è la Nigeria, con 3519 domande, seguita dal Pakistan (3.232), dalla Somalia (2774) e dall’Eritrea (2109).

Il Rapporto fa poi il punto sulla disponibilità di posti nel sistema Sprar che, nel triennio 2014-2016, finanzierà 456 progetti per un totale di 13.020 posti di accoglienza, a cui vanno a sommarsi i 6.490 posti aggiuntivi attivati recentemente dal ministero dell’Interno. Un sistema, quello dello Sprar, che, nel giro di un anno, ha visto passare da 3 mila a 20 mila i posti complessivi “un dato – si legge in una nota diffusa durante la presentazione del Rapporto – “che rende evidente la scelta strategica del governo di fare dello Sprar il perno dell’accoglienza integrata nel nostro Paese”.

Attualmente i Comuni coinvolti nelle attività di accoglienza sono 375, in aggiunta a 30 province e a dieci Unioni di Comuni. Le presenze maggiori di beneficiari del sistema Sprar si registrano in Sicilia con il 21,4% e il Lazio che conta il 20,8% di ‘ospiti’.

"Nel rapporto abbiamo raccontato la situazione dell’asilo in Italia che ha delle caratteristiche peculiari che ci hanno garantito forza rispetto allo scenario di altre realtà internazionali” ha commentato  il responsabile Immigrazione e Welfare dell’Anci Luca Pacini. A fare la differenza è soprattutto il “carattere pubblico dello Sprar e già questa è una garanzia perché siamo di fronte ad un sistema che si compone rispettando una precisa architettura istituzionale con a capo il Viminale a cui seguono i Comuni, fino al grande partner strategico rappresentato dal cosiddetto Terzo settore”.

Pacini ha anche parlato della questione dei minori stranieri non accompagnati, su cui il governo intende avviare uno Sprar ad hoc.

“Abbiamo fatto questa proposta al ministero dell’Interno – ha ricordato – perché abbiamo sperimentato, dall’emergenza Nord-Africa in poi, come lo Sprar garantisca buoni standard di accoglienza potendo contare su competenze e professionalità sempre più esperte. L’obiettivo di Anci – ha quindi concluso Pacini – è riuscire a strutturare questo sistema, perché un unico sistema di accoglienza non è più rinviabile e indietro non si può tornare anche per le sempre più numerose crisi sparse nel mondo, tra le prime cause dell’immigrazione verso l’Europa”.

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Rapporto sulla protezione internazionale 2014
 

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