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Profughi. Cir: “Polemica con Germania? Gestita male l’Emergenza Nordafrica”

"Dopo la chiusura dei centri, molti si sono trasferiti spontaneamente, lo avrebbero fatto anche senza permesso di soggiorno. Spesi molti fondi senza risposte qualificate di accoglienza e integrazione"

Roma – 30 maggio 2013  – La querelle Germania – Italia sui profughi, che secondo la denuncia dei giornali tedeschi sarebbero stati dirottati oltralpe dopo esser stati accolti nel nostro paese, è l’ennesimo colpo di coda della “Emergenza Nord Africa” e dei tanti risvolti della sua cattiva gestione.

Lo denuncia il Consiglio Italiano per i Rifugiati, ricordando che l’”Emergenza Nord Africa”, iniziata nell’aprile 2011, ha previsto l’apertura di speciali centri di accoglienza per un totale di 22mila posti che, dopo svariate proroghe, si sono chiusi a febbraio 2013.  Al momento dell’uscita da questi centri, il Ministero dell’Interno italiano ha dato 500 euro come incentivo e contributo.

“Non si può certo escludere che alcuni di questi migranti dopo febbraio e la chiusura dei centri si siano trasferiti in altri paesi europei, ma sicuramente non è stata data loro alcuna indicazione in questo senso da parte del Ministero dell’Interno italiano. Vogliamo anche sottolineare che molti profughi si sarebbero comunque trasferiti in altri paesi dello spazio Schengen anche senza permesso di soggiorno, in modo del tutto irregolare, per cercare lavoro, con l’aiuto delle comunità di riferimento e delle famiglie. Il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari non ha inciso sui movimenti di queste persone che, anzi, grazie al permesso di soggiorno possono essere più facilmente identificate e rinviate in Italia” commenta Christopher Hein, direttore del CIR. 

Queste persone hanno un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato dalle autorità italiane nel novembre 2012. Senza questo provvedimento, sottolinea il CIR, dello Stato italiano ci sarebbero state migliaia di persone irregolarmente presenti in Italia e in Europa. Nel sistema Schengen, in accordo con le normative comunitarie, un cittadino di paese terzo munito di un regolare permesso di soggiorno e di un titolo di viaggio, ha il diritto di circolare nei Paesi dell’area senza visto per un massimo di 3 mesi senza però avere possibilità di lavorare o di stabilirsi.

"Ciò premesso, ribadiamo l’inadeguatezza delle misure adottate rispetto alla loro integrazione. La prevista assistenza in denaro di 500 euro al momento dell’uscita dai centri certamente non sostituisce un programma di integrazione lavorativo e alloggiativo, che avrebbe dovuto essere finanziato almeno un anno fa come più volte richiesto dal CIR e da altre voci della società civile italiana. Ma purtroppo per due anni ha prevalso un approccio emergenziale e tantissimi fondi sono stati spesi solamente per la fornitura materiale di vitto e alloggio".

L’Italia ha speso una media di 25mila euro a persona per l’accoglienza nell’Emergenza Nord Africa (per un costo totale che supera 1.300.000 di euro). L’UE ha contribuito per circa 100 milioni di euro, di cui 75milioni direttamente provenienti da programmi ordinari della Commissione Europea.
 
 “La cosiddetta “Emergenza Nord Africa” ha dimostrato ancora una volta l’incapacità del sistema di asilo Italiano che, a fronte di un investimento economico, non è riuscito a mettere in campo risposte qualificate di accoglienza e integrazione. Crediamo che sia lo specchio di un sistema ancora immaturo che in tema di integrazione per i rifugiati ha ancora molto da consolidare” conclude Hein.

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