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Profughi e migranti, record di arrivi in Ue: oltre 100 mila a luglio

Mai così tanti. Grecia, Italia e Ungheria i Paesi più sotto pressione. Frontex: “Gli altri Stati membri li aiutino”

Roma – 19 agosto 2015 – Sono 107.500 i profughi e i migranti che lo scorso luglio hanno varcato irregolarmente i confini europei, più del triplo rispetto allo stesso mese del 2014, e comunque più degli oltre 70 mila di giugno. È la prima volta che si sorpassa quota 100 mila dal 2008, quando l’agenzia europea delle frontiere Frontex, che ha diffuso ieri i dati, ha iniziato a registrare gli ingressi. 

Complessivamente, tra gennaio e luglio sono arrivate quasi 340 000 persone, contro le 123 500 dello stesso periodo dello scorso anno e in generale più delle 280 000 arrivate in tutto il 2014. Questo, sottolinea Frontex, ha creato “una pressione senza precedenti sulle autorità di sorveglianza dei confini in Grecia, Italia e Ungheria”. 

Siriani e Afghani hanno giocato la parte del leone. La maggior parte di loro, che fuggono all’instabilità dei loro Paesi, sono entrati inizialmente in Grecia dalla Turchia.  

A luglio, la maggior parte degli arrivi (quasi 50 mila)  stato registrato nel mare Egeo, soprattutto nelle isole greche di Lesbos, Chios, Samos e Kos. L’Italia ha contato lo scorso mese oltre 20 mila arrivi, 90 mila dall’inizio de 2015. Il 90% dei migranti che affrontano il pericoloso viaggio dalla Lybia all’Italia arriva dall’Africa, soprattutto Eritrea e Nigeria.  Nei Balcani occidentali, le autorità ungheresi hanno registrato oltre 34.800 arrivi. 

 “Questa è una situazione di emergenza per l’Europa che richiede che tutti gli stati membri si muovano in aiuto delle autorità nazionali che hanno a che fare con arrivi massicci di migranti alle loro frontiere” ha detto il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri. “Abbiamo chiesto agli stati membri mezzi e uomini aggiuntivi per supportare le nostre operazioni in Grecia e Ungheria e la Commissione Europea ha approvato programmi nazionali che assicurano una significativa assistenza finanziaria agli stati membri per affrontare queste sfide”. 

 

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