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Profughi. I Comuni: “Distribuzione più equa, coinvolgere i sindaci”

L’Anci: “Abbiamo proposto da mesi un piano al Viminale. Non più di due profughi ogni mille abitanti, incentivi per chi accoglie e procedure più veloci per le domande di asilo”

 

 

Roma – 12 dicembre 2016 – “Negli ultimi anni i flussi migratori, per ragioni ben note, sono considerevolmente aumentati e questo ha creato in alcune aree del Paese disagio alle comunita’ e ai sindaci. L’Anci in questi mesi ha lavorato sempre con grande senso di responsabilita’ e tenendo presente l’impegno dei sindaci. Per questo l’associazione, gia’ diversi mesi fa, ha sottoposto all’attenzione del Ministero dell’Interno un piano per una distribuzione piu’ equa fra i comuni, il rafforzamento delle commissioni per il riconoscimento dello status di rifugiato, la semplificazione delle procedure ed il miglioramento degli impatti del piano sui territori”. Lo sottolinea Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari.

“L’Anci ha piu’ volte fatto presente che l’attuale sistema di accoglienza non e’ sufficiente e non risponde alle esigenze dei comuni e dei territori – spiega Decaro -. La distribuzione dei profughi deve essere proporzionata alla popolazione residente, altrimenti si crea uno squilibrio che ricade sulla qualita’ dei servizi per i cittadini e per gli stessi migranti, che non possono essere spediti come pacchi in strutture ricettive e abbandonati”. 

 “Per dare una risposta ai sindaci e per prevenire altre situazioni critiche – argomenta Matteo Biffoni, delegato Immigrazione Anci e sindaco di Prato – abbiamo proposto un piano che prevede l’impegno responsabile dei comuni, a patto che si risolvano le criticita’ dell’attuale gestione su descritta”. “I Comuni che presentano volontariamente progetti, non potranno essere destinatari di altri arrivi di profughi al di fuori delle percentuali stabilite, che si attestano sul rapporto di 2 profughi ogni 1000 abitanti, oltre ad essere beneficiari di un sistema di incentivi serio. Gradualmente – dichiara Biffoni – si potrebbe avere cosi’ un modello ordinato, sostenibile e controllato di accoglienza che diventi integrazione. Il nostro e’ un contributo per tutelare gli interessi dei Comuni”.

“La competenza della gestione del fenomeno migratorio e’ statale – sottolinea Decaro – e sulla base di questo ci attendiamo che sia lo Stato a fare delle scelte chiare, che pero’ non possono prescindere dalla partecipazione dei sindaci e delle comunita’. Per questo il nostro sconcerto e’ ancora piu’ forte davanti alle indiscrezioni di stampa che raccontano di un ‘piano’ elaborato dal Viminale per superare i ‘muri’ eretti dai sindaci, e contro la loro volonta’. Questo significherebbe non riconoscere gli sforzi attuali che migliaia di sindaci fanno gia’ sul fronte dell’accoglienza, nonostante le esigue risorse umane e finanziarie. L’Associazione nazionale dei comuni italiani può e deve lavorare per cambiare gradualmente il modello di accoglienza, non per estendere in tutto il Paese le storture del piano attuale”. 

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