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Profughi. Il Viminale: “Non c’è nessun piano sulle requisizioni”

La smentita del ministero: “Privi di fondamento nella realtà gli articoli che ne parlano”. Intanto, però, solo 2600 Comuni su 8000 fanno la loro parte nell’accoglienza

 

 

Roma – 21 novembre 2016 – “Non esiste nessun piano sulle requisizioni, ne’ segreto ne’ ufficiale, ne’ prima del referendum ne’ dopo il referendum, ne’ un piano ‘Alfano’ ne’ un piano ‘Viminale'”.

Lo precisa il Ministero dell’Interno.  “Gli articoli che ieri e oggi che parlano di questo, non hanno alcun fondamento nella realtà”, aggiunge la nota.

Alcuni quotidiani, infatti, avevano pubblicato la notizia di un presunto piano del Viminale. “Dopo il referendum via alle requisizioni nei Comuni che non accolgono” titolava tra gli altri ieri il Corriere della Sera. E nell’articolo si spiegava che “in quelle aree dove finora si sono registrati solanto rifiuti o addirittura blocchi e proteste da parte dei cittadini, i prefetti potranno intervenire in maniera più energica per reperire gli stabili dove sistemare i migranti”.

Secondo il Giornale, “fino al referendum – manco a dirlo – non si muoverà foglia. Poi dal Viminale arriverà il via libera alle requisizioni, finora più uno spauracchio per i comuni poco«accoglienti» con i migranti che una misura realmente applicata”. “In più occasioni è stata ipotizzata la requisizione non soltanto di alberghi ma anche di seconde case sfitte, garantendo ovviamente un rimborso”. 

Stamattina la smentita del ministero, ma il problema di come superare le resistenze di alcuni Comuni a fare la loro parte nell’accoglienza dei profughi rimane. Ad oggi, quelli che accolgono sono solo 2600 su 8000.

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