Berlino e Parigi si sono già impegnati ad accoglierne 15 mila, ma rimangono le resistenze di altri governi. Il 20 luglio nuovo incontro
Lussemburgo – 10 luglio 2015 – Prosegue, con qualche passo avanti, il tentativo di redistribuire in tutta l’Unione Europea parte dei profughi sbarcati in Italia e Grecia, paesi di frontiera sul Mediterraneo.
Dopo il Consiglio dei capi di stato e di governo dello scorso 25 giugno, da quale era uscita solo una dichiarazione di principio, ieri al consiglio informale dei ministri dell’Interno a Lussemburgo sono finalmente arrivati i primi impegni. E i primi numeri.
A dire si all’accoglienza sono state Germania e Francia. Berlino accoglierà 9 mila profughi da Italia e Grecia (relocation), e altri 3100 da campi profughi che si trovano al di fuori dell’Ue (resettlement). Leggermente più contenuto l’impegno di Parigi: 6752 profughi da Grecia e Italia, 2375 dai campi extraue. Nel piano della commissione europea, prevede in totale 40 mila relocation e 20 mila resetttlement in tutti gli stati membri.
Al vertice di ieri si sono comunque riproposte le resistenze di alcuni governi alla redistribuzione. Il piano, in particolare, è stato criticato dalla Spagna e dall’Austria, che non hanno voluto impegnarsi su cifre precise. Entrambi i Paesi sono sotto pressione per gli arrivi, rispettivamente, dal Nordafrica e dall’Ungheria. La Slovacchia si rifiuta proprio di partecipare alla discussione.
Passi avanti sono comunque stati fatti anche su altri punti del piano. A cominciare da quello che prevede la creazione di centri nei luoghi di arrivo (gli hotspot) dove si possano distinguere in maniera più rigorosa quanti hanno diritto alla protezione internazionale dai migranti economici, che invece vanno rimpatriati.
Prossimo appuntamento, si spera decisivo, il 20 luglio. Il ministro lussemburghese Jean Asselborn, che ieri presiedeva la riunione, ci crede: “ Siamo vicini all’obiettivo, basteranno solo due o tre ore per definire gli ultimi dettagli”.
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