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Profughi. Schulz: “Relocation sistematica e obbligatoria, così è un fallimento”

Finora trasferiti dall’Italia in altri Paesi Ue solo 90 su 40 mila.  Il presidente dell’Europarlamento: “Nei nostri vertici europei promettiamo cose che poi gli Stati non applicano”

 

 

Strasburgo – 29 ottobre 2015 – Solidarietà europea, aiuti ai Paesi in prima linea, redistribuzione dei profughi. Belle parole, ma i numeri raccontano un’altra storia. 

Ad oggi, solo 90 profughi sono state trasferite dall’Italia in altri Paesi europei, che invece si erano impegnati ad accoglierne 40 mila.  “È un dato scioccante, ma non mi stupisce” commenta oggi il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Uno dei grandi problemi – sottolinea – è che promettiamo nei nostri vertici europei cose che poi gli Stati non applicano. Vedo bene, e non da ora, la riluttanza dei governi a mantenere le promesse che fanno a Bruxelles. Per questo cerco di spingere e sottolineo quanto è importante stare ai patti. La ricollocazione dev’essere sistematica e obbligatoria”.

Senza una soluzione comune su questo fronte, potrebbero essere a rischio non solo la libera circolazione, ma anche il mercato unico europeo, dal quale è nata l’Ue.

“Ci sono divisioni politiche chiare nell’Unione europea e evidentemente puo’ esserci un impatto sul mercato unico” sottolinea Schulz. “Certi Stati credono ancora che si possano dare risposte su scala nazionale a un problema globale. E’ semplicemente impossibile. Questa e’ una sfida globale, oggi l’instabilita’ attorno all’Unione rischia di creare flussi ancora maggiori”.

“L’unica possibile risposta – conclude il presidente de Parlamento Ue – è comune“.

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