Roma – 6 settembre 2013 – Si rafforza e si ingrandisce il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dai Comuni italiani. Fino a un anno riusciva ad accogliere tremila persone, ora i posti sono settemilacinquecento, l’obiettivo è raddoppiarli.
Mercoledì scorso è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero dell’Intero per accedere al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA), che finanzierà i progetti degli enti locali per lo Sprar per i prossimi tre anni (QUI il testo, le istruzioni e i modelli). Possono presentare le domande per un contributo i comuni, le unioni di comuni e le province, anche in forma di consorzio, in partenariato con le realtà del privato sociale.
. È il primo intervento strutturale del dopo ‘’emergenza Nord Africa’’, e arriva mentre si profila una nuova emergenza, con gli sbarchi di profughi dalla Siria e dall’Egitto.
‘’Il Ministero dell’Interno sta pensando a uno SPRAR capace di garantire fino a 16.000 posti e questo dimostra il riconoscimento dell’incredibile lavoro condotto dagli Enti locali, e dagli enti di tutela con cui collaborano, da oltre un decennio, nella presa in carico di richiedenti e titolari di protezione internazionale” dice Piero Fassino, Sindaco di Torino e Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
‘’Con questo rafforzamento – aggiunge – intravediamo finalmente un unico sistema di accoglienza italiano, sostenuto da un forte patto istituzionale. Governo, Regioni e Comuni sono, infatti, concordi nell’individuare nello SPRAR il centro di un modello italiano di accoglienza in grado di intervenire tempestivamente dal momento dell’approdo in Italia, a prescindere dall’eccezionalità’ degli arrivi, che comunque devono essere previsti e affrontati per tempo, superando una volta per tutte l’approccio emergenziale che impedisce di lavorare al meglio’’.
Il governo ha assicurato “ l’individuazione delle risorse” e nei prossimi tre anni, assicura Fassino, “i Comuni dello SPRAR sapranno impegnarsi per dare vita a modelli virtuosi di comunità locali multiculturali, di ottimizzazione delle risorse e di welfare per i cittadini, autoctoni o migranti che siano”.
Rimane però il nodo dei Minori stranieri non accompagnati. ‘’Riceviamo oramai quotidianamente richieste di aiuto dai Sindaci dei Comuni più esposti – segnala il presidente dell’Anci – che non possono essere lasciati soli a fronteggiare una situazione frutto di eventi geo politici che riguardano lo stato centrale e soprattutto l’Europa. Si rende necessario, come più volte richiesto dall’Associazione, l’implementazione dell’apposito fondo nazionale con risorse certe e stabili”.