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Profughi. Ue senza accordo sulla redistribuzione, controlli ai confini

Dal vertice dei ministri dell’Interno ok solo a trasferire 40 mila persone da Italia e Grecia in altri Paesi, ma su base volontaria. La Commissione proponeva altre 120 quote obbligatorie. Polizie di frontiera in azione

 

Bruxelles – 15 settembre 2015 – Poteva essere una svolta e invece dal consiglio dei ministri dell’Interno dell’Ue non arrivano veri passi avanti sul modo in cui l’Europa vuole affrontare la crisi dei profughi. Il piano delineato dal presidente della commissione Juncker rimane, per ora, sulla carta. 

Ieri a Bruxelles i 28 hanno trovato un accordo solo su una prima redistribuzione in altri stati membri, su base volontaria, di 40 mila  persone in evidente bisogno di protezione internazionale (siriani ed eritrei) arrivate in Italia e in Grecia tra il 15 agosto 2015 e il 16 settembre 2017. Gli Stati che parteciperanno alla redistribuzione avranno dall’Ue 6 mila euro per ogni profugo accolto. 

Via libera, insomma,  alla proposta fatta dalla Commissione lo scorso maggio, ma i ministri non hanno trovato l’accordo per la redistribuzione di altri 120 mila profughi proposta da Bruxelles la scorsa settimana. Tantomeno riguardo all’introduzione di un sistema di quote obbligatorie (avversato da Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Lettonia), con multe per chi non le accetta. Se ne riparlerà al Consiglio Interni dell’8 e 9 ottobre. 

I ministri Ue hanno invece dato il via libera alla seconda fase dell’operazione militare Eunavfor Med contro i trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Finora ci si era limitati alla raccolta di informazioni sulle reti che organizzano i viaggi, ora  le navi da guerra europee potranno abbordare in alto mare, perquisire, sequestrare e dirottare le imbarcazioni utilizzate dagli scafisti. 

Intanto, di fronte alla permeabilità dei confini esterni dell’Unione (stanotte quasi 10 mila persone sono entrate in Ungheria dalla Serbia), i singoli stati tentano di sigillare i confini interni. Controlli alle frontiere sono stati reintrodotti temporaneamente in Germania, Austria, Slovacchia e Paesi Bassi  e anche la Francia sarebbe pronta a fare lo stesso ai valichi con l’Italia. 

 

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