Roma – 19 novembre 2012 – I concorsi pubblici devono essere aperti anche ai cittadini extracomunitari, altrimenti sono discriminatori, quindi illegittimi. È la posizione dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che ha chiesto al governo una norma che elimini le restrizioni per l’accesso dei lavoratori stranieri al pubblico impiego.
Tra i casi trattati negli scorsi mesi dall’Unar ci sono anche l’ esclusione di una infermiera colombiana da un concorso pubblico indetto dall’Azienda per i Servizi Sanitari di Trieste, così come quella di alcuni candidati, solo perchè sono cittadini non comunitari, da un concorso del Comune di Savona per esperti di comunicazione istituzionale.
“Proprio il 12 novembre il Tribunale di Trieste ci ha dato ragione – spiega il direttore dell’Unar Marco De Giorgi- riconoscendo il diritto della cittadina colombiana che lamentava di essere vittima di una ingiusta discriminazione”. È solo l’ultima di numerose sentenze dei giudici di merito che vanno in questa direzione, che tra l’altro è quella indicata dall’Unione Europea.
“Anche per evitare gli effetti di una nuova procedura di infrazione contro l’Italia in questa materia – continua De Giorgi – abbiamo chiesto al Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri diretto da Moavero di prevedere nel prossimo decreto legge ‘Salva Infrazioni’ di inserire una norma che ci rimetta in linea con le direttive comunitarie e consenta il diritto di accesso ai posti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni anche da parte dei cittadini di paesi terzi alle stesse condizioni dei cittadini UE”.