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Puglia: braccianti africani contro il caporalato

Accordo con istituzioni e sindacati, creata una lista per l’impiego per sconfiggere lavoro nero

Roma, 10 agosto 2011 –  Sembra essersi aperto uno spiraglio nella lotta che i braccianti africani della Puglia che negli ultimi giorni hanno scioperato contro uno dei mali peggiori dello sfruttamento in agricoltura: il caporalato.
Infatti, grazie al loro impegno e determinazione, la partita della protesta si è riuscita finalmente a spostare dai campi alle sale delle istituzioni dove, proprio ieri, c’è stato un positivo incontro con l’assessorato all’agricoltura a Bari, che ha accolto parte delle richieste che gli stessi braccianti avevano depositato lunedì scorso presso la prefettura di Lecce.

Nell’incontro di Bari, al quale hanno partecipato anche l’assessore regionale all’agroindustria Dario Stefanò, ci sono aggiunte anche diverse sigle sindacali: Flai, Cgil, Fai Cisl e Uila Uil ma anche  la sezione della Coldiretti pugliese, l’assessore regionale al welfare, Elena Gentile, e una rappresentanza dei braccianti in sciopero.
Questo confronto tra le parti ha portato ad un primo sostanziale accordo che prevede novità importanti soprattutto per quel che riguarda le modalità con cui vengono ingaggiati i braccianti agricoli, evitando l’intermediazione dei caporali.

Da oggi, infatti, i braccianti della città di Nardò potranno iscriversi in liste di prenotazione depositate nei centri territoriali per l’impiego con un atto ufficiale e regolare, in questo modo i datori di lavoro potranno assumere la manodopera da una lista ufficiale senza l’azione dei caporali ed evitando anche di utilizzare immigrati clandestini.
Punto debole di quest’ accordo è la mancanza dell’obbligo da parte delle aziende di seguire questa prassi ma dalla Flai Cgil fanno sapere che sono pronti a “denunciare all’ispettorato del lavoro” chi seguirà iter diversi per l’assunzione della manodopera. Inoltre la stessa Flai ha sollecitato le istituzioni affinché controlli sulla regolarità dei braccianti e della loro paga siano attivi al più presto “attualmente – denuncia sempre la Flai – le aziende sanno utilizzando gli immigrati irregolari per arginare lo sciopero e li stanno pagando anche meno degli altri”.

In media un bracciante agricolo per la raccolta guadagna 3,50 euro per ogni cassone che contiene 3 quintali di pomodori, considerando che in una giornata lavorativa si riescono a riempire 5 – 7 cassoni, i braccianti guadagnano intorno alle 20 euro giornaliere.

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