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“Amore, mi salverò e saremo di nuovo insieme”. Le ultime lettere dei migranti

Scritte, ma mai spedite, vengono trovate addosso alle vittime delle traversate. Come George, che si illudeva: "La vita comincia adesso"

Roma – 19 settembre 2014 – Lettere d'amore mai spedite, sopravvissute al mare e a chi le ha scritte. Se ne trovano tante nelle tasche dei migranti e dei profughi annegati nel Mediterraneo o soffocati nelle stive dei barconi, insieme alle foto e altre reliquie dei mondi da dove sono sono partiti inseguendo una vita migliore.

Oggi Repubblica ne svela alcune. "Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta" scriveva Samir, un egiziano partito imbarcatosi in Libia per l'Italia.  "Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre".

George, probabilmente liberiano, aveva addosso la lettera che avrebbe voluto spedire da Lampedusa: "Amore mio, finalmente sono arrivato. La vita comincia adesso, spero di tornare presto per portarti con me e vivere insieme lontani dalla guerra. Ti Amo". Un anonimo eritreo ha invece affidato i suoi ultimi pensieri a un pacchetto di sigarette: "Volevo essere con te. Non osare dimenticarmi. Ti Amo tantissimo, il mio desiderio è che tu non mi dimentichi mai. Stai bene amore mio. A ama R".

Non c'è solo amore nei messaggi perduti dei migranti, ma anche l'incubo del loro viaggio: l'attraversamento del deserto, i soldi pagati alle guardie di frontiera e ai trafficanti, la detenzione in Libia, le botte, gli stupri, il momento dell'imbarco. Poi il racconto si ferma. Le speranze sono finite, ha vinto l'orrore.

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