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“Anche Sant’Antonio sbarcò in Sicilia da straniero”, il vescovo striglia Padova

"Povertà, miseria, guerra e terrorismo spingono le persone a cercare condizioni più umane". Messaggio per la festa del Santo

 
Padova – 11 giugno 2015 – Che Gesù di Nazareth abbia avuto una parentesi da profugo, quando con la famiglia scappò in Egitto, lo sanno in tanti. Anche altri santi uomini, comunque, hanno vestito gli stessi panni di quelli che oggi vengono salvati, quando va bene, nel canale di Sicilia. 
 
Sabato prossimo si festeggia Sant’Antonio di Padova, che solo di Padova non era, essendo nato in Portogallo. Il vescovo della città veneta, Antonio Mattiazzo, ha voluto oggi ricordare in un messaggio ai fedeli  un particolare della vita del loro patrono che dovrebbe spingerli a guardare con occhi diversi quanti oggi arrivano nel nostro Paese in cerca di accoglienza. 
 
“Se c’è una Padova opulenta e sprecona –  scrive Mattiazzo della città del sindaco leghista Massimo Bitonci – ne esiste anche un’altra composta da poveri e bisognosi , ed è la carità operosa e silenziosa quella che dà loro il pane necessario. Non è un peccato essere poveri, ma è peccato essere indifferenti ed egoisti”.
 
“La globalizzazione, condizione di miseria, conflitti e terrorismo che affliggono alcune Nazioni –sottolinea poi il vescovo – spingono molte persone ad abbandonare la loro patria per cercare condizioni più umane di vita. Ricordiamo che Sant’Antonio stesso giunse in Italia come “straniero”, imbarcatosi in Africa e approdato in Sicilia dopo un naufragio”. 
 
Infine, una riflessione sul binomio immigrazione-sicurezza. “La preoccupazione per la sicurezza non dovrebbe escludere la virtù e il dovere dell’umanità e della solidarietà e non far dimenticare le responsabilità e le carenze della cooperazione internazionale.  È strano, poi, che qualcuno accusi gli stranieri di spaccio della droga, ma tacendo che sono cittadini italiani che la comprano, oppure che profittano delle donne straniere…”
 
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