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“Donna e società”. Parlano i giovani della Consulta per il pluralismo religioso

I punti pricipali del documento elaborato dalla Consulta dei giovani appartenenti ai diversi culti presenti in Italia. Scarica il testo completo

ROMA – Una condanna senza appello di ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne, in difesa dell’ autodeterminazione e dell’espressione "a tutto tondo" della loro specificità, anche al di là delle distorsioni operate dai media.

Sono alcuni dei punti principali della dichiarazione "Donna e società" elaborata dalla Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale, il think tank istituito dal Viminale e dal Ministero delle Politiche giovanili che riunisce 16 ragazzi dei differenti culti presenti in Italia (cattolico, ortodosso valdese, battista, metodista, avventista, ebraico, islamico, buddista). La dichiarazione, che arriverà in gazzetta Ufficiale, è stata ieri recepita ufficialmente dal ministro per le Politiche giovanili, Giovanna Melandri dal titolare dell’Interno Giuliano Amato e dalla loro collega alle Pari opportunità, Barbara Pollastrini.

La violenza sulle donne, notano i giovani della Consulta, si manifesta con più forza quando queste non conoscono i loro diritti e gli strumenti per tutelarsi.È per questo motivo che va sostenuta l’ autodeterminazione, sia per quanto riguarda "la determinazione del proprio status di vita, la scelta libera ed incondizionata del proprio partner, della propria professione etc.", sia in "circostanze meno critiche", come "la scelta dell’abbigliamento, dei propri hobby, di poter liberamente aderire o non aderire a determinati precetti della propria religione etc.".

"Consentire ad una donna di acquisire la piena consapevolezza di sé, autonomamente dai ruoli sociali che vorrà assumere, è la vera battaglia contro ogni violenza fisica o, peggio ancora morale, e soprattutto è la prima misura per tutelarne la dignità" si legge nella dichiarazione.

Una seconda area di intervento è quella di "Donne, famiglia, maternità e lavoro" . L’eguaglianza tra uomo e donna deve trovare applicazione nella "libertà assoluta nella scelta del partner e nel modo di condurre con questi il proprio rapporto", così come nell’ "assoluta parità tra coniugi", e nella "formale e sostanziale eguaglianza nella cura e nell’educazione dei figli". Le donne andrebbero inoltre "ulteriormente sostenute" nella volontà di coniugare il ruolo di mamme con la "legittima realizzazione professionale".

La Consulta considera "particolarmente esecrabile" ogni discriminazione di genere tuttora presente in ambito lavorativo , e denuncia con preoccupazione "la crescita di fenomeni discriminatori a scapito delle donne già lavoratrici o che accedono al mondo del lavoro". "Questa violazione, inoltre, diventa – se possibile – ancor peggiore ed assai più vergognosa quando si colora di ulteriori aspetti legati all’appartenenza etnica, religiosa o sociale delle lavoratrici".

La dichiarazione punta infine il dito contro la distorsione del rapporto "donna e immagine", che costruisce "un modello femminile svuotato di contenuti ed eccessivamente affidato ad una dimensione stereotipata della corporeità".

"Consideriamo preziosa la specificità femminile. Pensiamo che nessuna donna vada ridotta ad una "monodimensione", ma che ne vada evidenziata la complessità e posta costantemente in risalto la ricchezza psico-fisica nelle diverse età della vita e nei differenti ruoli". Il richiamo è a media, che non dovrebbero "presentare la figura femminile nella sua reale dimensione di persona a tutto tondo".

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Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale: "Donna e società"

(19 luglio 2007)

 

Elvio Pasca

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