in

“Flussi? Impossibili senza i precari”

Questure e Uffici Immigrazione annegheranno tra centinaia di migliaia di domande. I seicentocinquanta preparano un megaricorso

Roma – 16 dicembre 2010 –  Se lavoratori stranieri, famiglie e imprese aspettano con trepidazione i nuovi flussi d’ingresso, Questure e Prefetture sono a ragion veduta in preda al panico. Chi gestirà centinaia di migliaia di domande se il 31 dicembre andranno a casa seicentocinquanta lavoratori precari?

“Da anni mandiamo avanti gli uffici che si occupano di immigrazione. Senza di noi non si sa nemmeno come chiudere la regolarizzazione, è impensabile occuparsi anche dei flussi. Non mi spiego come il governo abbia potuto autorizzare centomila nuovi ingressi senza prima risolvere il problema dei precari” dice Alessia Pantone, copresidente del comitato che rappresenta i seicentocinquanta.

Il 31 dicembre si avvicina, tra speranze e disillusioni. L’ultima ieri, quando il decreto sicurezza è stato convertito in legge alla Camera senza recepire un emendamento che avrebbe prorogato di un anno i contratti dei precari. Eppure il governo si è impegnato in più occasioni a trovare una soluzione.

“Lunedì scorso, durante lo sciopero dei seicentocinquanta lavoratori a tempo determinato, la segreteria del ministro dell’Interno Maroni ha assicurato ai sindacati che hanno trovato i fondi per pagare i contratti per un altro anno. Ma come e quando faranno la proroga ancora non è chiaro” racconta Adelaide Benvenuto, di Fp Cgil.

“Ci hanno detto che si sfrutterà il decreto mille proroghe, oppure si approverà un emendamento alla nuova legge sulla sicurezza, che però non verrà approvata prima di gennaio. Finchè la proroga non sarà legge, meglio non farsi illusioni, soprattutto alla luce della situazione politica” continua la sindacalista.

I precari per ora aspettano, ma sono pronti a portare il loro caso davanti al giudice del lavoro, perché sono sicuri di avere diritto a un contratto a tempo indeterminato. “La Pubblica Amministrazione- dice una di loro – ci ha assunto con contratti a termine, come se ci fosse un’emergenza momentanea, ma non è così. Gli immigrati sono sempre di più e il nostro lavoro non può che aumentare”.

Elvio Pasca

Leggi anche: "Noi, i precari dell’immigrazione"

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Asti. Assunzioni truffa per la regolarizzazione

Rqaqat jibneh: l’aperitivo arabo