Nicodemi: “Il 6% degli interventi riguarda gli stranieri, soprattutto cinesi”. Anche le colf risparmiano per un seno più grande
Roma – 21 maggio 2012 –Seni perfetti o rughe sparite di incanto, ma anche occhi meno a mandorla, magari per assomigliare agli italiani. È lunga la lista dei desideri di immigrate e immigrati che sempre più spesso ricorrono alla chirurgia estetica.
“Il 6% degli interventi riguarda gli stranieri”, dice Ezio Maria Nicodemi, dirigente chirurgo plastico all’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma. “Le richieste di interventi da parte di cittadini stranieri che vivono da più o meno tempo in Italia – aggiunge – stanno diventando un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto nella grande comunità cinese”.
I cinesi arrivano spesso dal chirurgo con una richiesta particolare: “Desiderano uno sguardo piu’ ‘occidentale’. Per questo – spiega Nicodemi – l’intervento che va per la maggiore e’ quello di blefaroplastica, atto alla ricostruzione della palpebra attraverso l’eliminazione di lembi di pelle. Vengono spesso in coppia e la maggior parte di loro appartiene al ceto medio-alto della comunita’. Sono piccoli e medi imprenditori, che gestiscono attività commerciali e bar”.
La voglia di piacersi di più, comunque, non ha confine. “Molte richieste arrivano anche dalle donne dell’Est Europa, Russia e Polonia in testa, che chiedono filler e tossine botuliniche per riempire le rughe e ridare tono e luminosita’ al proprio viso, ma soprattutto protesi al seno. In questo caso a farlo sono anche colf e badanti, che riescono a mettersi da parte una somma, magari non mandando a casa tutti i soldi che guadagnano”.
EP