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“La badante” in scena al teatro Valle

Uno spettacolo racconta l’immigrazione attraverso la realtà di un mestiere che spesso la rappresenta

Il mestiere di badante, così attuale e discusso, è già stato oggetto di libri e spettacoli. Le difficoltà e le problematiche che cela questa “professione immigrata” da oggi e fino al 9 aprile saliranno anche sul palcoscenico del teatro Valle di Roma.

Una ragazza ucraina dà affetto a una anziana signora, sostituendosi ai figli. “La badante”, scritto da Cesare Lievi, parla di oggi, di noi, del nostro sguardo sulla vita e diventa riflessione poetica sui cambiamenti indotti nella nostra società dalla presenza dei nuovi immigrati, stranieri per lingua e cultura, che entrano nella nostra vita con la loro diversità facendo esplodere contraddizioni sociali e intaccando abitudini quotidiane.

Protagonista inquietante e sostanzialmente infelice è un’anziana e malata signora, una donna ricca con un forte senso del comando, personaggio ambiguo e mutevole, ironico e rabbioso, che alterna una sorta di ottusa testardaggine e slanci di autentica generosità.

Affidata alle cure di una badante ucraina dai figli – troppo impegnati per poterla assistere – la donna tende a rifiutare questa presenza estranea in casa, per poi rendersi conto che è proprio la badante, vitale e disinteressata, sinceramente in ascolto delle sue confidenze e dei suoi ricordi, a tenerla legata alla vita. Così, in un gesto di riconoscenza verso di lei e di cinica vendetta verso l’inettitudine e l’indifferenza dei figli, la signora sceglierà di nominarla sua unica erede.

Lo spettacolo, che si snoda con ironia fra simbolismo e realismo, è anche una limpida rappresentazione della società, divenuta un corpo vecchio come quello della protagonista, che pare potersi rianimare solo con l’innesto vitale di persone ancora immuni da quella corsa al benessere che spesso rende aridi e sterili.

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