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“L’Isis non è l’Islam. Religioni dialoghino contro il fondamentalismo”

La riflessione di Civiltà Cattolica: “Non c'è una guerra tra religioni. Futuro di pace solo nella convivenza”.

 
Roma – 16 aprile 2015 – “Davanti al terrorismo fondamentalista islamico non ci si deve dividere tra uomini religiosi e non, tra cristiani e islamici, o tra credenti e non credenti, ma tra esseri morali e non, tra coloro che si fanno carico della dimensione della fraternità e coloro che la rifiutano, perché un futuro di pace si da solo nella convivenza”.
 
È la riflessione firmata da padre Francesco Occhetta sull’ultimo numero de La Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti, in articolo intitolato "Laicita' e fede: diritto di espressione".
 
“Nei momenti storici in cui l'istinto potrebbe prevalere sulla ragione”, sottolinea Occhetta, è importante “non criminalizzare genericamente gli immigrati, i musulmani o in generale tutto cio' che rappresenta 'il diverso'. L'Isis non è l'islam. Lo scontro in atto non è tra religioni”.
 
Un ruolo fondamentale deve averlo allora il "senso della laicità nello spazio pubblico", che non neghi la religione, ma sappia fare un’opera di mediazione, all’interno di un “pluralismo confessionale e culturale delle religioni che favorisce un clima di dialogo fra credenti e fra credenti e non credenti". È infatti indispensabile, aggiunge Civiltà Cattolica, che "le religioni si incontrino, si ascoltino, si parlino per evitare che una loro possibile chiusura fomenti il fondamentalismo o consolidi identità nazionalistiche ed egoistiche".
 
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