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“Mare Nostrum non deve finire, Triton non può fermare le stragi”

Amnesty International, ASGI e Medici Senza Frontiere lanciano un appello al premier Renzi. "L'operazione di pattugliamento  Ue non può sostituire quella di ricerca e soccorso condottta finora dall'Italia"

Roma – 31 ottobre 2014 – Interrompere Mare Nostrum vuol dire accettare che avvengano nuove stragi nel Mediterraneo.

È il succo della lettera aperta indirizzata al premier Matteo Renzi da Amnesty International, ASGI e Medici Senza Frontiere, per sollecitaar eilgovnro a ortre aveenti l'operazione avviata un anno fa dopo la strage di Lampedusa.

A inizio ottobre il presidente del Consiglio ha dichiarato che “Mare Nostrum andrà avanti finché l’Europa non sarà in condizioni di intervenire più e meglio di come abbiamo fatto noi fino ad oggi”. Di fronte alle ripetute affermazioni, da parte del Ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla necessità di chiudere le operazioni italiane di ricerca e soccorso in mare e consapevoli che l’Unione Europea ha annunciato l’inizio, da sabato 1° novembre, della cosiddetta Operazione Triton, le tre associazioni constatano che quelle “condizioni” non ci sono.

Alta, scrivono,  è la preoccupazione per l'impatto umanitario di questa decisione, perché Triton non avrà il mandato di svolgere attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, ma di pattugliare i confini marittimi e costituirà una risposta soltanto parziale al problema. Il rischio di rivedere tragedie come quelle vissute il 3 ottobre 2013 a Lampedusa è molto alto.

I tragici naufragi che hanno già causato più di 3.000 morti nel 2014 dimostrano la necessità di operazioni di ricerca e soccorso continuative, mentre i disordini in Libia e le altre crisi nell’area inaspriscono il bisogno che queste operazioni vengano estese a tutto il Mediterraneo. Amnesty International Italia, ASGI e Medici Senza Frontiere Itali chiedono quindi al presidente del Consiglio di far sì che Mare Nostrum non finisca qui.

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