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“Norme sull’anagrafe incentivano gli aborti”

Il cardinale Poletto: "Correggere le regole per l’iscrizione di figli dei clandestini"

Roma – 7 aprile 2010 – L’impossibilità per gli immigrati clandestini  di denunciare all’Anagrafe i propri figli è un incentivo all’aborto.

A sostenerlo è stato ieri l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto.  Presentando la lettera aperta dei vescovi della Conferenza episcopale piemontese a tutti gli eletti del nuovo consiglio regionale, il cardinale ha  auspicato una revisione della legge sulla sicurezza.

“È necessario superare e chiarire -ha detto l’arcivescovo- lo scoglio degli immigrati clandestini che non possono denunciare all’Anagrafe la nascita dei loro figli e che, quindi, possono essere spinti ad abortire. Ci auguriamo -ha aggiunto- che a livello regionale e nazionale questo venga corretto, nel rispetto della legalità, perchè bisogna cercare di superare certi scogli per evitare possibili rischi".

La nuova legge sulla sicurezza prevede l‘esibizione del permesso di soggiorno nei rapporti con gli uffici pubblici. Questo ha fatto gridare molti, come Poletto, al pericolo “bambini fantasma”, perché i clandestini non potrebbero denunciare la nascita dei propri figli.

Il governo ha però sempre sconfessato questa interpretazione.

La scorsa estate, con l’entrata in vigore delle nuove norme, il ministero dell’Interno ha spiegato che "per gli atti di stato civile, tra cui rientra quello di nascita, non è richiesta l’esibizione del permesso di soggiorno, trattandosi di dichiarazioni rese, anche a tutela del neonato, nell’interesse pubblico della certezza delle situazioni di fatto". L’allarme sui bambini fantasma sarebbe quindi "destituito di fondamento".

EP

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