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“Perché nessuno stupra Kyenge?” Condannata Dolores Valandro

Per l’ex consigliera leghista di Padova tredici mesi di reclusione e tre anni di interdizione dai pubblici uffici. La difesa: “È stato un attimo di impulsività”

Roma – 17 luglio 2013 – Poco più di un mese fa, consigliera di quartiere della Lega Nord da Padova, lanciò su Facebook un invito a stuprare Cècile Kyenge. Oggi Dolores Valandro è stata condannata a tredici mesi di reclusione, con la sospensione della pena, a tre anni di interdizione dai pubblici uffici e a pagare tredicimila euro.

È costato caro all’ex leghista (intanto è stata espulsa dal Carroccio)  quel post con cui commentava la notizia di un tentato stupro da parte di un immigrato africano a Genova, rilanciata con la foto della Kyenge dal solito tuttiicriminidegliimmigrati.com e dalla pagina facebook xenofoba Resistenza Nazionale. “Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna” aveva scritto riferendosi alla ministra.

La procura di Padova si è mossa molto velocemente, mandando Valandro a giudizio in direttissima per violazione della legge Mancino, con l'accusa di istigazione alla violenza (sessuale) per motivi razziali. E oggi il tribunale della città veneta, la stessa nella quale si proponeva come amministratrice, l’ha giudicata colpevole. Il suo avvocato ha annunciato che presenterà ricorso.

''Non era mia intenzione come madre e come donna insultare un'altra donna, mi è però passato davanti agli occhi un episodio capitato a mia figlia anni fa, era stata molestata da una persona di nazionalità non italiana. E' stato un attimo di impulsivita' perche' non ho mai visto atti cosi' violenti nei confronti delle donne perpetrati dagli italiani'' ha detto Dolores Valandro deponendo al processo.

“Mi era dispiaciuto vedere che il ministro non ha avuto parole di sostegno nei confronti delle donne – ha sostenuto l’imputata – Il ministro poteva essere di qualsiasi colore, ma è stato un impulso perché non ha detto alcuna parola nei confronti di queste povere donne''. Una difesa disperata, che però non ha convinto i giudici.

EP

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