Roma – 11 settembre 2012 -Per evitare altre stragi del mare bisogna “concentrare attenzione e sforz”, ed e’ necessario modificare l’attuale legislazione che impedisce l’ingresso legale in Italia e in Europa, illudendosi di poter fermare i movimenti migratori con la repressione”.
E’ quanto sostengono, in una nota congiunta, l’Arci e il Forum tunisino, dopo l’ennesima tragedia che si e’ consumata al largo di Lampedusa nella notte tra giovedi’ e venerdi’ sulla “ci sono ancora cose da chiarire”, affermano.
“C’e’ chi sostiene la tesi del naufragio – si legge nella nota – e chi quella degli scafisti che, giunti in prossimita’ della costa, avrebbero scaraventato in mare i migranti. Cosi’ come ancora non e’ certo ilo numero degli imbarcati e quindi dei dispersi. Certo, non lascia indifferenti nemmeno noi sapere se ci troviamo di fronte a trafficanti sempre piu’ brutali e senza scrupoli o conoscere il numero effettivo dei dispersi. Tuttavia – aggiungono – considereremmo sviante se ci si soffermasse solo su questi aspetti, perdendo di vista il problema principale che determina il ripetersi di queste tragedie”.
La soluzione per scongiurare altre tragedie, sta nel “modificare l’obiettivo del programma Frontex, oggi finalizzato al controllo e al respingimento di chi si imbarca per raggiungere le nostre coste. Serve si’ un monitoraggio costante del Mediterraneo – affermano Arci e Forum tunisino – ma per individuare chi si trova in difficolta’ e predisporre immediati soccorsi. Anche in quest’ultimo episodio, infatti, non e’ affatto chiaro se i migranti fossero stati avvistati dai mezzi che sorvolano o solcano il mare in tempo utile per essere tutti condotti in salvo, evitando nuove vittime”.
La richiesta delle associazioni e’ che “chi e’ stato soccorso e oggi si trova nel centro di Contrada Imbriacola venga al piu’ presto trasferito da Lampedusa in idonei centri di accoglienza, garantendo che nessuno venga respinto e che chi lo chiede possa accedere alla procedura per la richiesta d’asilo. In particolare va subito garantita una adeguata accoglienza dei minori che, come e’ noto, la legge tutela in maniera specifica con procedure differenti dagli adulti”.
“Chiediamo che alle autorita’ tunisine venga comunicata l’identita’ dei sopravvissuti – prosegue la nota – onde poter informare le famiglie, a cui va evitato il calvario dei familiari dei dispersi che da piu’ di un anno cercano invano di avere notizie sulla sorte dei loro cari. Per velocizzare la comunicazione e rassicurare al piu’ presto le famiglie chiediamo anche che ai sopravvissuti venga consentito di contattarle direttamente”.
“Chiediamo infine che alle organizzazioni di tutela indipendenti venga consentito l’accesso al centro per poter parlare con i naufraghi attivando le reti sociali sul territorio e a livello internazionale per un intervento adeguato”