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“Romeni picchiati”, minacce e insulti alla Bernardini

Centinaia di mail contro la deputata radicale che ha denunciato violenze sui sei arrestati a Guidonia

Roma – 2 febbraio 2009 – La deputata radicale Rita Bernardini ha ricevuto centinaia di mail con insulti e minacce dopo aver denunciato che i carabinieri avrebbero picchiato gli stupratori di Guidonia.

Venerdì scorso Rita Bernardini e il segretario dell’Associazione Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia hanno visitato i sei romeni nel carcere di Rebibbia.  ”Su uno di loro che zoppicava vistosamente, erano visibili i segni di percosse su un occhio, sulle gambe e sull’anca destra. Altri due avevano gli occhi pesti, ma affermavano, uno di essere caduto e l’altro di essersi picchiato da solo per la disperazione” hanno denunciato al termine dell’incontro .

Per Bernardini e D’Elia erano in realtà i segni di un pestaggio che “sarebbe avvenuto, a più riprese, nelle celle di sicurezza della caserma dei Carabinieri di Guidonia”, ma “non ci sentiamo di  che i sei rumeni abbiano subito ulteriori maltrattamenti, seppure di minore intensità e violenza fisica, anche al momento dell’ingresso a Rebibbia”.

“Riteniamo – avevano aggiunto i due esponenti radicali – che la forza e la credibilità delle istituzioni risieda nel rispetto più rigoroso della legalità e del rispetto dei diritti umani delle persone accusate” .

Da quel momento la cassetta di posta elettronica di Rita Bernardini è stata riempita da centinaia di mail, tutte pubblicate sul sito dei Radicali. Alcune la sostengono, la maggior parte la attaccano con insulti e minacce terribili: “Speravi che i sei romeni violentassero te” , “Fai veramente schifo, ti auguro di essere stuprata”, “Spero tanto che un Rumeno ti stupri a morte la figlia”, “Lei mi fa ribrezzo”, “crepa pu*** di merda “. 

Molti, “in linea” con linciaggio tentato dopo l’arresto,  giustificano il presunto pestaggio: “è per lo meno auspicabile che gli agenti di polizia malmenino i 6 romeni”, “mi auguro che la cosa non finisca qui, ma che, anzi, siano picchiati ancora più duramente e a lungo”, “il popolo vorrebbe solo divertirsi un po’. Se li difendi sei come loro”.

“Credo che questi post rappresentino uno spaccato significativo dell’Italia. Molti dei cosiddetti difensori delle vittime dello stupro, usano nei miei confronti lo stesso identico linguaggio degli stupratori” commenta Rita Bernardini.

“Io li comprendo – aggiunge – Perché, infatti, dovrebbero comportarsi in modo diverso dagli stupratori dei media, soprattutto televisivi, che propongono la gogna mediatica degli arresti, dopo essere stati convocati, insieme al popolo inferocito, in caserma? Perché gli autori del turpiloquio nei miei confronti, dovrebbero avere il senso della legalità e del rispetto delle regole se le istituzioni sono le prime a violarle?”

“Io e i radicali, – conclude la deputata radicale – siamo oggi il bersaglio perché abbiamo fatto quel che riteniamo giusto anche se scomodo e impopolare perché siamo convinti che laddove c’è strage di legalità prima o poi ci sarà anche strage di vite umane. E che la giustizia deve essere giusta per essere anche efficace.

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