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“Sei nero? Il caffè costa di più”

A Pordenone, un altro caso di tazzina razzista. I gestori del bar sono cinesi

Roma – 8 aprile 2010 – “Ho bevuto un caffè in piedi e quando è stato il momento di pagare ho dato un euro. Gli altri clienti avevano pagato un euro e ricevuto dieci centesimi di resto, resto che a me non è stato dato. Mi è stato detto: tu paghi un euro perché hai la pelle nera e ringrazia che ti facciamo entrare”.

È il racconto fatto al Messaggero Veneto da un cittadino africano che vive a Spilimbergo, in provincia di Pordenone. L’episodio, che si è verificato la domenica di Pasqua, è l’ennesimo caso di caffè corretto al razzismo, ma con una variante: questa volta i titolari del bar sono cinesi.

La discriminazione è documentata dallo scontrino rilasciato dal barista all’africano, che ha chiesto l’intervento dei carabinieri. I militari hanno riscontrato che mentre il suo caffè era costato un euro, agli altri clienti bastavano novanta centesimi.

L’uomo non ha ancora sporto denuncia (“Mi hanno detto che ho tre mesi di tempo, valuterò il da farsi”), ma dice di essere arrabbiato proprio  “perché ad essere razzisti sono stati degli immigrati”. Il prossimo caffè lo prenderà in un altro bar, alla Stazione, dove “dove la titolare, italiana, è sempre gentilissima”.

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