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“Sono morti di freddo e di sete”, nuova strage nel Canale di Sicilia

Diciassette morti su un gommone soccorso a 100 miglia da Lampedusa. Alfano: "Piangiamo le vittime e continuiamo a lottare contro i trafficanti"
 
Roma – 5 dicembre  2014 – Nuova strage nel Canale di Sicilia. Diciasette persone sono morte a bordo di un gommone partito dalla Libia e diretto in Italia, soccorso oltre centro miglia a sud di Lampedusa.
 
Non c'è stato un naufragio, ma sarebbero state uccise dall'ipotermia e dalla disidratazione, conseguenze di un viaggio che è durato giorni. Uno dei migranti, che era già in condizioni critiche, è morto dopo l'arrivo dei soccorritori. Settantasei le persone salvate.
Ad intervenire sono state due motovedette delle Capitanerie di Porto ed un rimorchiatore civile. Le persone tratte in salvo sono state trasbordate sul pattugliatore Orione della Marina Militare, mentre le salme sono state sistemate su una motovedetta diretta a Porto Empedocle.
 
Questo intervento di soccorso segue quello compiuto poco prima da due navi della Marina Militare, il pattugliatore Cigala Fulgosi e la corvetta Driade, che hanno recuperato rispettivamente 102 e 100 migranti su dei barconi a sud di Lampedusa. Tutti sono stati trasferiti sulla nave Etna, a bordo della quale c'è anche personale sanitario che ha fornito loro l'assistenza necessaria.

"Piangiamo queste vittime e al tempo stesso ribadiamo che il contrasto ai mercanti di morte è la cosa più importante" commenta l ministro dell'Interno Angelino Alfano, che oggi partecipa al consiglio Ue. Stamani  ha già avuto un incontro col commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos.

 

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