Una badante clandestina chiama i Carabinieri per salvare la coppia di anziani che assisteva. Lucidi: “merita il permesso per il suo coraggio” Roma – 10 marzo – Ha dato l’allarme, ha chiamato i soccorsi per cercare di salvare i due anziani coniugi, Umberto e Angela, che accudiva a Lido di Venezia e che lo scorso martedì notte erano stati presi nel sonno dal monossido di carbonio della stufa. Anche se stordita lei stessa, è riuscita a chiedere aiuto. E ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti riuscendo a salvare la vita alla donna di 88 anni. Per il marito non c’era niente da fare.
Non ci sarebbe nulla di tanto inusuale, se non fosse che la protagonista della vicenda è Victoria, una moldava 25enne, perseguita dal 2006 da un decreto di espulsione che non aveva rispettato. Il suo coraggio, secondo la legge ‘Bossi-Fini’, le dovrebbe costare l’espulsione immediata, ma stando alle parole del sottosegretario all’Interno, Marcella Lucidi, potrebbe esserle riconosciuta la "protezione umanitaria".
"La Questura e la Prefettura di Venezia stanno già lavorando a questa prospettiva", ha detto Lucidi sottolineando che "questa storia dimostra ancora una volta quanto sia necessario prevedere per legge il riconoscimento di uno speciale permesso di soggiorno agli immigrati irregolari che dimostrano un elevato senso civico e lo spirito di appartenenza alla comunità nazionale".
Manifestazioni di solidarietà sono giunti da più parti, tra le quali quella della Cgil del Veneto che ha chiesto il blocco dell’espulsione e il riconoscimento del gesto eroico della giovane badante. Tanto più che, da quanto dichiarato dal nipote dell’anziana coppia, il tentativo di mettere in regola la ragazza moldava era già stato fatto. Ma era sempre rimasta fuori dalle quote. Ora l’intenzione di assumerla resta, ma per la lotteria del decreto flussi l’intenzione non è sufficiente. Per di più, bisognerebbe aspettare quello del 2008, mentre il rimpatrio dovrebbe essere immediato.
Intanto il pm veneziano Stefano Buccini – che sta indagando sulla fuga di gas – ha rimesso Victoria in libertà. L’udienza di convalida del provvedimento emesso nei suoi confronti non è stata fissata in quanto la donna è ancora ricoverata in ospedale, in seguito all’intossicazione. "Voglio restare qui, mi sono trovata bene finora", dice lei. Il suo sogno, spiega, è quello di raccogliere la somma necessaria per aprire una sartoria nel suo Paese.
Antonia Ilinova