Il rapporto di Save the Children. “Rivedere la legge sulla cittadinanza e quella sulla sicurezza. L’ integrazione non resti un processo incompiuto”
Roma – 16 maggio 2011 – 932.000 bambini e ragazzi, 572.000 dei quali nati qui.
Questi i numeri dei minori che vivono in Italia e che la legge si ostina a considerare stranieri. “Una presenza vitale, se si considera che le nascite di bambini di genitori stranieri fanno sì che il nostro saldo demografico sia positivo, e che va accompagnata e sostenuta, perché l’integrazione di un bambino con radici culturali e sociali diverse può essere difficoltosa” scrive Save The Children.
Secondo l’organizzazione, che ha pubblicato qualche giorno fa il 2° rapporto annuale “I minori stranieri in Italia”, “al processo d’integrazione non contribuiscono alcuni provvedimenti restrittivi introdotti dalla legge sulla sicurezza(L. 94/2009) in cui compaiono requisiti particolarmente severi per la conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni”. Inoltre, è urgente “rivedere le norme sulla cittadinanza per chi è figlio di genitori non italiani prevedendo il riconoscimento della cittadinanza prima del compimento del diciottesimo anno”.
In generale Save The Children chiede subito “un intervento coordinato su più ambiti – normativo, educativo, sociale – e a livello sia nazionale che locale per far sì che l’integrazione dei minori stranieri non resti un processo incompiuto”.
I minori stranieri in Italia
Negli ultimi 7 anni il numero di minori stranieri residenti è passato da 412.432 al 1° gennaio 2004 a 932.000 al 1° gennaio 2010, pari all’8% della popolazione minorile italiana. Numeri sottostimati, perché considerano solo chi è iscritto all’anagrafe.
La maggior parte dei minori stranieri residenti – circa 572.000, il 10.4% in più rispetto al 2009 – è nata in Italia. E’ la cosiddetta generazione 2 (G2). Vi è poi un numero crescente di minori, rimasti nella prima infanzia con i nonni nel paese di origine, che raggiunge i genitori in Italia nella prima adolescenza. Parliamo della cosiddetta “generazione 1 e mezzo”, un gruppo di minori che può incontrare gravi problemi di inserimento, sia dal punto di vista scolastico che familiare, e che necessita di particolare attenzione e sostegno.
Cremona (27.6%), Lodi (27.3), Brescia (27.2), Mantova (27), Bergamo (26.9), Prato (26.7), Vicenza (26.3), Treviso (26.3), Reggio Emilia (26), Lecco (25.4) sono le prime 10 province italiane con la percentuale più alta di minori stranieri (in rapporto alla popolazione straniera). Nella gran parte di esse l’incidenza della popolazione minorile straniera su quella italiana è superiore al 15%, cioè un minore su 6 è straniero.
Una presenza che, stando alle recenti stime dell’Istat è cresciuta ulteriormente nel corso del 2010: 104.000 sono infatti i nuovi nati stranieri lo scorso anno, pari al 18,8% del totale delle nascite.
I minori non accompagnati
Sono almeno 4.4384 i minori stranieri non accompagnati presenti sul suolo italiano. Il 90% sono maschi, per la gran parte (l’85%) fra i 15 e i 17 anni ma non mancano 12enni, 13enni e 14enni. Il gruppo più numeroso è costituito dai minori afgani (20%), seguito dai minori provenienti dal Marocco (14.7),Egitto (11), Albania (9), Bangladesh (5), Somalia (3.9), Repubblica del Kosovo (3.8), Palestina (3.1), Eritrea (3).
I ragazzi afgani si confermano un flusso in costante crescita ma va ricordata la presenza del gruppo consistente dei minori rumeni, anche rom, che però non sono più computati perché neo-comunitari. I viaggi dei minori migranti che arrivano nel nostro paese sono sempre più rischiosi, nascosti dentro Tir o furgoni, nel caso di minori afgani o bengalesi, o su navi da diporto irriconoscibili e non facilmente intercettabili, nel caso di minori provenienti per esempio dal medio-oriente.
A gestire i viaggi sono trafficanti che chiedono per ciascun ragazzo 4-5.000 euro. Per ripagare il debito contratto dalle famiglie, i ragazzi sono molto esposti al rischio di sfruttamento o di caduta in circuiti di devianza ed illegalità. E un gruppo assolutamente bisognoso di protezione è quello dei minori vittime di tratta e dei minori appartenenti alle comunità rom e sinte, vittime di condizioni di discriminazione e di assoluta precarietà.
Oltre a indicare le caratteristiche del fenomo dei minori stranieri e le attuali linee di tendenza, il Rapporto di Save the Children prende in esame l’accesso dei minori stranieri ad alcuni diritti fondamentali, quali la protezione, l’unità familiare, il diritto alla casa, allo sviluppo, all’istruzione.
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Il rapporto integrale di Save the Childen