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Rabat finanzia moschea a Torino. La Lega è furiosa

Oltre due milioni di euro per il luogo di culto. Il capogruppo leghista Carossa: "Non è ora di affiancare i minareti ai campanili"

Torino – 21 aprile 2008 – Non finiscono le diatribe legate alla costruzione di luoghi di culto musulmani in Italia. Il governo del Marocco avrebbe stanziato due milioni di euro come contributo alla realizzazione di una moschea a Torino. Un progetto vecchio di due anni che ora, visti i finanziamenti arrivati da Rabat, preoccupa non poco la Lega Nord.

Due consiglieri leghisti – Antonello Angeleri e Mario Carossa – hanno chiesto l’intervento del sindaco Sergio Chiamparino per accertare se la notizia diffusasi corrisponde o meno a verità. ”Ci muoveremo – dice il segretario cittadino Elena Maccanti – per impedire la costruzione e avvieremo accertamento e interrogazioni parlamentari, se fosse necessario anche una raccolta firme o un referendum”.

Dal canto suo Abdel Aziz Khounati, presidente e imam del centro islamico di Torino spiega alla stampa locale che il minareto sarebbe un segno di fratellanza e chiede l’apertura della comunità cattolica: "A Rabat e a Casablanca – ha detto – abbiamo due grandi chiese cattoliche di cui siamo orgogliosi".

Il luogo di culto che dovrebbe essere realizzato sotto il coordinamento della onlus Unione musulmani d’Italia, che l’ha già acquistato, sorgerebbe nell’area Spina di Torino. La moschea dovrà contenere oltre cinquecento persone. Farà parte di un complesso dove saranno inclusi un centro conferenze e uno spazio riservato ad attività di sostegno sociale.

Ma anche se i lavori dovrebbero partire tra qualche mese, è presto per ipotizzare la data della sua inaugurazione. Il capogruppo della Lega, Carossa, ha ribadito la ferma opposizione al progetto e ha sottolineato la sua visione della faccenda, citando l’arcivescovo: "Non è ora di affiancare i minareti ai campanili".

Antonia Ilinova

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