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RAGAZZO CLANDESTINO MORTO SOTTO TIR,L’ULTIMO SALUTO A FORLI’

QUINDICENNE AFGANO SI ERA LEGATO A CAMION PER ENTRARE IN ITALIA

FORLI’
(ANSA) – FORLI’, 2 FEB – Sono arrivati da diverse regioni d’ Italia, anche da molto lontano, per dare l’ultimo saluto ad Arab Khalil Khalid (se questo è il suo vero nome), il profugo afgano quindicenne straziato il 22 gennaio sotto il Tir a cui si era legato per entrare clandestinamente nel nostro Paese. Circa un centinaio di appartenenti alla comunità afgana in Italia si sono dati appuntamento alla camera mortuaria dell’ospedale di Forlì e, in maggior parte, al piccolo cimitero di Monteaguzzo, sulle colline cesenati, riservato ai musulmani. Dopo il primo omaggio alla salma reso a Forlì, la bara ha raggiunto il cimitero musulmano, dove si è svolto, guidato da un Imam, il rito della purificazione e della successiva inumazione. Arab riposa ora con il capo rivolto alla Mecca, come prevede la sua religione. Nel frattempo proseguono gli sforzi dei suoi connazionali per dare un’identità certa alla giovanissima vittima. Sforzi al momento vani. Nonostante la foto di Arab e la sua triste vicenda sia stata diffusa via internet, sia in Italia che dall’ Afganistan non si è fatto vivo alcun familiare o conoscente. Da qui l’impossibilità di un riconoscimento certo, dato che il foglio d’identificazione compilato dalla polizia greca potrebbe contenere dati falsi forniti dallo stesso adolescente, che non aveva documenti con sé. Alla cerimonia funebre ha partecipato, fra i diversi rappresentanti italiani Laura Boldrini, portavoce italiana dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Siamo qui a piangere un ragazzino – ha commentato con i giornalisti – che da solo ha viaggiato chissà per quanto tempo, attraversando almeno quattro nazioni, per poi morire in modo così orribile. Purtroppo la guerra crea spesso situazioni terribili per i giovani, che sono costretti a diventare adulti troppo in fretta". Dopo avere ricordato che il caso di Arab rende evidente come ormai si sia in presenza di una "rotta dell’ Adriatico" che sempre più spesso porta in Italia profughi afgani e iracheni, la rappresentante delle Nazioni Unite ha voluto lanciare un appello ai tanti giovanissimi extracomunitari che tentano di entrare in Italia: "Ragazzi, se siete in fuga da guerre e persecuzioni, una volta giunti in Italia non nascondetevi e non fate nulla di pericoloso, perché qui siete al sicuro, come prevede la legge". (ANSA).
YEM-GIO/

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