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Razzismo. Gli ebrei italiani: “Tenere alta la guardia”

Il presidente dell’Ucei Gattegna commemora le leggi razziali: “Queste degenerazioni non sono mai sconfitte, bisogna creare gli anticorpi nella società”

Roma – 17 settembre 2013 – "Le frequenti manifestazioni di razzismo alle quali ancora oggi assistiamo con sgomento in diversi paesi ci impongono di ricordare che queste degenerazioni non sono mai sconfitte per sempre, che occorre tenere alto il livello di vigilanza, che occorre creare nella societa' gli anticorpi contro ogni forma di razzismo, xenofobia, sciovinismo e revisionismo storico".

Lo ha detto ieri pomeriggio il  presidente dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, nella sala del Consiglio comunale di Trieste. Un monito lanciato in occasione dell’apertura della commemorazione dell'annuncio delle leggi antiebraiche da parte di Mussolini il 18 settembre 1938 in Piazza Unita'.

"Le leggi del '38, chiamate con un inaccettabile eufemismo 'razziali', ma che in realta' furono 'razziste' e come tali intendo definirle -ha ricordato Gattegna – colsero gli ebrei, salvo poche eccezioni, sorpresi, increduli e impreparati tanto e' vero che molti pagarono con la vita il ritardo con il quale compresero la gravita' del pericolo".

"Pochi -ha proseguito il presidente dell'Ucei- ebbero la lucidita' di comprendere che lo Stato italiano stava pianificando e attuando un processo che, partendo dalla negazione dei diritti fondamentali, sarebbe arrivato alla negazione del diritto a vivere, come puntualmente avvenne pochi anni dopo quando, indissolubilmente legato alla Germania nazista, e al fianco delle SS hitleriane, prese parte con i propri uomini alla cattura di migliaia di famiglie che furono deportate nei campi di sterminio per attuare quel tentativo di genocidio che essi stessi denominarono la soluzione finale".
 

 

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