Roma – 25 luglio 2013 –Il razzismo non ha alibi, anche quando è semplice emulazione. È il frutto di un “pensiero disgustoso” o di menti “miserabili”. Non può essere tollerato.
L’AC Milan è tornata sull’episodio che ha rovinato il trofeo tim di martedì sera. Durante al partita con il Sassuolo, il difensore Kevin Costant è stato colpito dai cori razzisti dei tifosi avversari, finchè ha calciato il pallone in tribuna e ha abbandonato il campo.
“Non era, questa – spiega un comunicato ufficiale della società – decisione che gli competeva e, pur potendosene comprendere le ragioni, così come l'ira che ha fatto sia pur civilmente trascendere Constant, l'AC Milan ha il dovere di ricordare che tutti gli interventi contro le manifestazioni che offendono l'umana dignità, quali sono tutte le discriminazioni razziali, spettano soltanto al responsabile dell'ordine pubblico e al direttore di gara”.
“La difesa degli strumenti legali e delle istituzioni, dovuta da ogni membro di una comunità per la stessa sopravvivenza d'un sistema civile – aggiunge però l’AC Milan – non può tuttavia far perdere di vista l'ignobile sfondo su cui con inquietante frequenza accade ormai di doversi confrontare: il razzismo non ha alibi, né se esso corrisponde ad un pensiero disgustoso che divida gli uomini per il colore della pelle o la nazionalità, né se le sue manifestazioni – i suoni, le parole, i gesti – siano il frutto d'uno squallido spirito emulativo, figlio di menti miserabili, persino incapaci di formarsi opinioni, per quanto orribili esse siano”.
“Costoro, i membri dell'una e dell'altra categoria, non meritano tolleranza: da oggi – conclude il comunicato – non l’abbiano più. In nessuna sede: si tratta non tanto di difendere un calciatore o uno sport, ma il mondo civile, cui essi non sono mai appartenuti”.