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Razzismo. Kyenge: “Non è libertà d’espressione, l’Italia lo sottovaluta”

“Ogni giorno insultata e minacciata per il colore della mia pelle. L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali va sostenuto e rafforzato”

 

Roma – 9 settembre 2015 – “Sono quotidianamente colpita da insulti e minacce su Facebook e su altri social network, non per il merito delle idee e delle politiche che promuovo, non per le leggi che propongo, ma solo per il colore della mia pelle e per le mie origini. Tutte queste espressioni non hanno nulla a che vedere con la libertà di parola tutelata nella nostra Costituzione: sono solo gravi fenomeni di razzismo e di istigazione all’odio razziale, troppo sottovalutati nel nostro Paese”.

Lo ha detto l’europarlamentare PD Cécile Kyenge intervenendo sullo scontro tra la presidente di Fratelli d’Italia e l’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, scoppiato una settimana fa. “A livello europeo invece – ha continuato Kyenge – è molto alta la soglia di allarme per la pericolosità del cosiddetto hate speech“. Kyenge, infatti, sta lavorando anche presso il Parlamento europeo per contrastare i discorsi di istigazione all’odio.

“Credo che i politici, rispetto ai cittadini, abbiano una responsabilità in più“, ha indicato Kyenge. “L’attività di UNAR con cui ho lavorato a lungo è meritoria proprio in tal senso, avendo avuto il mandato di vigilare sul rischio di focolai di razzismo che sono alimentati proprio dalle predicazioni d’odio. Questa attività va sostenuta e rafforzata, credo, con quella maggiore indipendenza che l’Unione europea richiede per questo tipo di organismi di garanzia”.

“Per questo – conclude Kyenge – penso che le accuse dell’on. Meloni siano del tutto destituite di fondamento, anzi siano la chiara dimostrazione del grande lavoro da fare, anche grazie all’UNAR, per presidiare un tema così importante per il futuro della nostra società, perché non sia avvelenata dalla tossine del razzismo”.

 

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